Gli omicidi di donne per mano dei partner [...] sono oltre 70 dall’inizio dell’anno; la media approssimata per difetto, ormai da anni, è di uno ogni tre giorni. Numeri da emergenza nazionale, eppure nessun politico lancia allarmi sicurezza – come invece succede quando ci si occupa di microcriminalità.
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Uno dei motivi è che questi omicidi vengono percepiti come «privati» e «inevitabili»: se sono il frutto di un raptus, la loro origine è nella singola testa dell’uomo che uccide e nessuno può farci niente.
Non è vero.
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almeno nel 70% dei casi gli omicidi sono stati preceduti da violenze ripetute, maltrattamenti o stalking che si sono aggravati nel tempo, anche se non sempre sono stati denunciati, ci sono [...] una serie di comportamenti che costituiscono altrettanti segnali di rischio e quindi possono essere analizzati e riconosciuti per mettere in moto meccanismi di prevenzione e protezione.
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Esiste un preciso protocollo che identifica la probabilità di abusi domestici, il SARA. È un acronimo: “Spousal Assault Risk Assessment”, valutazione del rischio di violenza tra coniugi. Si tratta di un elenco di fattori che fanno riconoscere gli uomini propensi a ripetere e aggravare i maltrattamenti e le donne più vulnerabili».
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il SARA è stato trasformato anche in un questionario anonimo disponibile online, che chiunque può fare. Qui il link.
Non so quanto efficace, ma sicuramente un inizio per comprendere la realtà dell'habitat familiare che si sta vivendo e subendo.
RispondiEliminaAh l'amore (:
RispondiEliminaE' un questionario ( se posso permettermi di giudicarlo ) IDIOTA.
RispondiEliminaPurtroppo una donna è perfettamente consapevole
dell' aggressività del suo partner,
ma il problema è avere il coraggio di denunciare.
Poi vabè, se fai dieci denunce, le forze dell' ordine dicono che non si può far nulla, e poi il tizio ammazza la donna, la colpa non è della povera ragazza.
E' un tipo di violenza, assieme a quella sui bambini, che non riesco proprio a comprendere..
ancora troppo silenzio su questi fatti
RispondiElimina@Ruben: forse, anche, per far capire che certi comportamenti esistono non perché la vittima ha una colpa sua che nessun altro ha
RispondiElimina@Pyperita: uccide, a volte
@Daniele: a me non sembra idiota proprio per niente, riconoscersi in certi schemi è il primo passo per ammettere che il problema c'è, poi da lì a fare denuncia la strada è lunga, spesso impossibile da percorrere per paura e/o motivi economici, ma anche perché "sai" in partenza che il tuo grido d'aiuto resterà spesso inascoltato; anch'io non riesco a comprendere questo tipo di violenza, ma nella legge della jungla soccombe il più debole
@Ernest: davvero
uno dei motivi, se non il motivo principale lo hai scritto a Daniele, non è tantpo la paura a farle restare, ma l'aspetto economico, senza un lavoro o una famiglia di origine che la accolga, sarà la vittima predestinata del violento di turno.
RispondiEliminaSì, è vero, ma sul questionario sembra che chiedano
RispondiEliminaad un barbone
"da quanto tempo non compri un paio
di scarpe nuove?
Allora sei un barbone."
Sai come forse molte risponderebbero a quel questionario? Con MAI o RARAMENTE.
Il punto è che si sa che c'è un problema,
ma non lo si ammette per la paura.
Ecco perchè ho scritto che mi sembra un questionario inutile.