martedì 13 gennaio 2015

In coda

Perché, scegliendo la coda al supermercato, di solito quella dove ci mettiamo diventa la più lenta?
A dirlo è la teoria delle code: una branca della matematica dedicata interamente a studiare i problemi legati alle attese, e le loro possibili soluzioni. Questo campo di studi è nato nei primi del ‘900, grazie al lavoro dell’ingegnere danese Krarup Erlang, che all’epoca si trovava ad affrontare un altro dilemma estremamente pratico: trovare il numero ottimale di linee telefoniche necessarie al centralino di Copenaghen per servire efficacemente l’intera popolazione della città (ricordatevi che all’epoca le telefonate venivano collegate manualmente dal personale del centralino).
La soluzione del problema, come scoprirà alla fine Erlang, era sette. Per arrivarci però, l’ingegnere dovette creare una serie di complesse equazioni, che tenevano contro del tempo medio di una telefonata, del numero di telefonate effettuate in media ogni ora in città, di possibili incidenti, e delle ripercussioni che questi avrebbero avuto sulle telefonate delle ore seguenti. Risolto il problema, Erlang pubblicò le sue equazioni in uno studio del 1909, dando vita così alla teoria delle code.

Bon, rassegniamoci.


9 commenti:

  1. La teoria delle code é una modellizzazione matematica della realtà che tratta, appunto, di code. La conclusione di Mann invece é simply bullshit.

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  2. Non c'è da scomodare Erlang per la "sindrome delle code": è un puro effetto psicologico. L'impazienza dovuta al trovarsi in coda porta a vedere le code vicine più veloci ANCHE SE TUTTI QUANTI CI SI STA MUOVENDO DI PARI PASSO. Basta che un vicino faccia un misero passetto avanti e tac, scatta la sindrome. Per questo in certi supermercati hanno adottato la strategia della coda unica, con smistamento dei clienti alle varie casse al punto di arrivo della coda.

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  3. In autostrada ho risolto il problema: appena si nota un rallentamento mi butto nella corsia più a destra che, essendo per i veicoli più lenti, è la più snobbata e quindi, anche se normalmente lenta, è comunque la più vuota. Poi, una volta che la fila riparte, con calma torno nella corsia di sorpasso. In questo modo quando ci sono frequenti rallentamenti ho notato che lascio ben indietro molti di quelli che stanno fissi a sinistra

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  4. Dato per assodato che usando la carta di credito sono tracciato in tutti miei usi e costumi, ho deciso di utilizzare (almeno all'esselunga) la spesa veloce: tracciato per tracciato almeno non faccio coda trannequando esce la rilettura.

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  5. Ad inventare una app per calcolare quale coda scegliere ci si farebbero dei gran soldoni, tutti quelli che sento affermano di beccare sempre la fila sbagliata. Mammà ed io in primis, SIGH.

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  6. @Verzasoft: non ho capito cosa c'entra e chi è Mann
    @Fibbler: mai vista codesta strategia
    @Giulio: in Italia, mi pare un buon sistema
    @Ruben: non ho la tessera Esselunga, ci vado forse tre volte l'anno perché è un po' distante da casa
    @Impiegata: pure io non l'azzecco mai

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    1. La stanno adottando piano piano i supermercati della catena Carrefour (non i Carrefour Market, però); mi sa che dalle tue parti non ce n'è nemmeno uno, o che sono ancora indietro sulle direttive della catena. Il tempo che ci metti ad arrivare alla cassa è sempre lo stesso, ma visto che la coda è una sola, la sindrome delle code non si scatena.

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  7. Ehm... l'articolo lo hai linkato tu.
    Erlang è uno studioso che ha dato il via alla teoria delle code (una branca matematica che studia le code).
    Mann è invece il giornalista di Wired citato dall'articolo di galileonet.it che, riportato correttamente o meno, dice che la matematica purtroppo ci porta a scegliere inevitabilmente la coda più lenta. E questa è una stronsada, ma anche grande.

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    1. Sorry, non avevo realizzato.

      Mah... io e la matematica non ci stiamo simpatiche per cui non le faccio molto caso.

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