giovedì 2 ottobre 2014

Furbini

Vendiamo ad ABC, una enorme multinazionale con vari stabilimenti sparsi per l'Italia, dei prodotti che compriamo dagli Usa.
L'altro giorno mi arriva una e-mail da un tizio della ABC: dice di aver trovato un fornitore per un prodotto che gli serve. Mette anche il prezzo e i costi di trasporto che gli hanno fatto e chiede se possiamo ordinare noi e poi rivendere a loro.
Il fornitore è lo stesso da cui prendiamo i prodotti che diamo alla ABC. Compreso quello che lui si è fatto quotare dagli americani.
La mia prima reazione è stata una sonora parolaccia (per la precisione, in francese: vaffanculo).
Cioè, tu ABC vuoi risparmiare e andare alla fonte e poi, quando scopri che devi pagare anticipato (ché questo pretende il fornitore Usa), che c'è di mezzo dogana e 'azzi vari (per cui altro pagamento in anticipo di IVA e dazi, più necessità di licenza fiscale inserita nel database europeo, con voci doganali specifiche), con la massima faccia di palta mi chiedi di gestire noi la faccenda.
Non solo, visto che mi hai messo i prezzi, ti aspetti pure che non ci guadagniamo niente? O, se va bene, di decidere tu quanto ci possiamo far pagare per il nostro disturbo.

Con molto garbo gli ho risposto che non possiamo comprare dagli Usa quel prodotto, e altri similari, perché non siamo autorizzati dall'Agenzia delle Dogane. E, quindi, siamo molto spiacenti di non poter esaudire la Sua (sì, maiuscolo) richiesta, cordiali saluti, etc. etc..

Il che è, ovviamente, una palla colossale: tutti i mesi ritiriamo valanghe di prodotti da quel fornitore Usa e abbiamo la nostra bella licenza apposita. Ma essendo il tizio (come la maggior parte dei dipendenti di ABC) un imbecille, se l'è bevuta e mi ha pure ringraziato per la disponibilità.

8 commenti:

  1. Della serie: mo' t'attacchi al tram e tiri.

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  2. Un genio del male, proprio.

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  3. Io ricordo il mio primo anno di lavoro: caricavo le barre d'ottone nei torni di minuteria in una piccola officina.

    C'era un relativamente grosso cliente che comprava ogni mese un robusto tot di un pezzo molto strano, particolare, da barra piccola. Niente di che, una cazzillo banale ma fuori standard, che a conti fatti costava uno sputo l'uno.

    Bene, a partire da un certo giorno sono arrivate tredici, dicesi tredici, richieste di preventivo per lo stesso cazzillo.
    Da tredici ditte diverse.
    Tutti e tredici i disegni erano la fotocopia del disegno del Cliente originale con su appiccicata la tabellina dell'altra ditta che ci chiedeva preventivo.

    Ovviamente, era che il Cliente ha fatto un giro di domande per trovare quei cazzilli a meno, e tutte le ditte contattate hanno pensato di subbappaltare a noi che eravamo gli unici che volevano lavorare barre piccole.

    Con il che, al tredicesimo preventivo da terzi, il mio capo ha ricevuto il solito ordine mensile di cazzilli con la richiesta di offerta: una formalità.
    Solo che il mio capo per la sbidiguglia della fluttuazione del mercato con scappellamento a destra, ha informato il Cliente che i cazzilli non costavano più uno sputo come da anni ed anni ma uno sputo e zerocinquanta, da qui in poi.
    E tanti saluti.

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  4. @Gerf: yes, e con l'ombrello aperto
    @Giulio: e ho la sensazione che siano in aumento
    @Impiegata: più un paperinik, a occhio
    @Locomotiva: quel che fatto il tuo capo è esattamente quello che faccio io con i clienti perditempo, pieni di pretese, con millemila documenti da inviare subbbito, arroganti e prepotenti; visto che disturbano che paghino per il disturbo, per loro il prezzo è maggiore che per gli altri

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  5. Se poi il prodotto è particolare e lo vendono solo in pochi, potrebbe passargli per la testa che magari lo sgami?
    Elisa

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  6. @Teresa: grassie molte
    @Elisa: no, altrimenti non sarebbe un imbecille com'è

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