mercoledì 29 luglio 2015

Di nuovo in mensa

Dopo un anno e mezzo di pasti consegnati dalla gastronomia take away, sono stata costretta a cambiare ancora.
Il motivo è l'orario di consegna, che era stabilito per le 12:00.
Da qualche mese avevano cominciato a ritardare, prima di 5 minuti, poi di 10, poi di un quarto d'ora, sempre in crescendo, sino ad arrivare, giovedì scorso, alle 12:25.
Ora, se c'è una cosa che detesto è mangiare di corsa ed ero costretta a farlo, visto che alle 12:45 riprendo a lavorare; il che vuol dire terminare il pasto alle 12:40, altrimenti non riesco nemmeno a prepararmi il cappuccino, liofilizzato, col bollitore.
Come i cani, mi toccava ingurgitare il cibo il più velocemente possibile.
Mi sono lamentata più e più volte, promettevano di essere puntuali il giorno dopo, ma erano sempre e solo parole.
E così, ogni mezzogiorno mi veniva il nervoso ad aspettare i loro comodi.

Ho cercato un'alternativa e l'ho anche trovata: una simil pizzeria che fa anche primi. Però il menu delle verdure non cambiava mai, ogni giorno verdure grigliate, insalata o patatine fritte. Tutta roba che mi attira assai poco. 
Bocciata.

Al che ho telefonato alla vecchia mensa, ho trattato sul prezzo e ci vado da tre giorni.
Piacevole sorpresa: è cambiato il cuoco e il cibo è un pochino migliorato.

2 commenti:

  1. Classico: quelli del tàca&vai prima si sono fatti il giro dei clienti, rigando dritto; poi, una volta stabilito il bìsnes, si sono adagiati sugli allori, cominciando a strabattersene. Solo che poi quando si lamentano che la clientela diminuisce si può tranquillamente ridere loro sul muso e dir loro "Ve la siete cercata".

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    1. Se mai un giorno venissero da me a lamentarsi, gli direi anche qualche altra cosina.

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