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Oggi il Pautasso ha scoperto - dalle parole della Fornero, non contraddette da Monti, che gli vogliono ridurre anche la coperta di Linus. Quella cassa integrazione con la quale si viveva - male - per due settimane al mese, la Fornero vuole tagliarla: meno soldi, per meno tempo. Persino il sindacalista giallo Bonanni oggi ha tentato di ruggire. Il Ruggito del Coniglio.
Oggi qualcuno ha spiegato al Pautasso che i guai della Fiat, dell'industria metalmeccanica, dell'universo mondo, sono tutti da attribuire ai suoi 1500 euro, ai 10 "reintegrati" all'anno, e a quella misera cassa integrazione che in gran parte si paga di tasca sua.
Ma oggi il Pautasso ha cominciato a dubitare. Perchè ha letto anche lui che in Germania, dove la difficoltà di licenziare è ben più alta che in Italia, e i salari sono il doppio, le cose in VW non vanno malissimo, se l'azienda ha deciso di regalare agli operai un bonus di 7.500 euro (per i pignoli: 14.522.000 lire, pari a 1.210.000 lire al mese). Pautasso si è stropicciato gli occhi, ha cambiato la pila alla calcolatrice, ha rifatto i conti, poi li ha rifatti anche a mano, e il risultato continuava ad essere, testardamente, di 1.210.000 lire al mese di regalo).
Il Pautasso sentiva, a pelle, che la VW fa macchine migliori delle nostre, più belle, e sapeva pure che sforna decine di modelli nuovi all'anno. Anche Marchionne, che guadagna quanto la linea due di Mirafiori, doveva invadere il mondo di modelli nuovi. Lo farà, ma per il momento siamo fermi al suo maglioncino, al restyling della Panda di Glisenti (che ora si chiama "Nuova Panda), e alla Punto (che ora si chiama "Grande Punto": insomma, un Punt e Mes). Dimenticavo: c'è anche la "Bravo".
Poi il Pautasso, da vero innamorato del suo mestiere, ha iniziato a cercare risposte nelle sue raccolte di "Quattroruote". Ed ha scoperto una cosa allucinante: che da due anni la Fiat aspetta i cinque nuovi modelli strombazzati dall'uomo col maglioncino, ma che siamo sempre fermi al flop della Nuova 500 negli USA, e in Italia siamo fermi alla Bravo, alla Grande Punto che non vuole nessuno, ed alla Nuova Panda che costa quattro soldi, e rende quattro soldi.
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Ma allora, è mai possibile che un paese anneghi, e un altro faccia scintille, perchè una VW costa 20.200 euro anzichè i 20.000 euro di un modello simil-equivalente italiano? No, una sciocchezza così non se la beve neanche il Pautasso, una vita in Fiat, una vita per la Fiat. No, la ragione dev'essere altrove. Dev'essere nella qualità del prodotto, nella ricerca, nell'innovazione continua, nella capacità commerciale di essere "where the market is". Noi ci arriviamo sempre tardi, male, e col prodotto sbagliato. Inoltre, con o senza maglioncino, abbiamo pensato che le macchine possano vendersi da sole. Senza rete commerciale, senza rete di assistenza.
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ormai siamo alla svolta, il Pautasso lo sente: entro 9 giorni la Fornero, Marchionne-col-maglioncino e la matriarca Marcegaglia si riuniranno, e decideranno che se riusciranno in un modo o nell'altro a portar via 300 euro al mese al Pautasso, la Fiat risorgerà a nuova vita, e l'anno prossimo, anzichè calare del 20%, scenderà solo del 15%.
Vorrei evitare un commento troppo tecnico, ma c'è dell'altro, se VW ha già pronti 120 modelli nuovi per i prossimi 5 anni mentre in Fiat non si è riusciti, dopo 3 anni, a trovare i soldi per fare una Mito a 5 porte. Se la gamma auto di Fabbrica Italia è scoperta proprio su quei fronti che invece il mercato premia [manca una vera city car, mancano le sport utility, mancano le berline da famiglia con la loro bella coda...fine settimana scorsa ero in Trentino, ed ero letteralmente circondato da Skoda Octavia, pensavo persino ci fosse un qualche raduno. Per dire]. L'era Marchionne ha forse salvato Fiat dalla chiusura, probabilmente dal punto di vista finanziario è anche positivo, ma dal punto di vista del "prodotto" auto è prossimo allo zero. 500 a parte (ma il progetto era nato prima) non ricordo, negli ultimi sei/sette anni un solo modello davvero innovativo, e capace di dettare una linea: senza andare lontano nel tempo, ma modelli come la Uno, la Punto, la 147 o la Delta avevano avuto ben altro impatto.
RispondiEliminaIo seguo la mia linea: se devo comprare una macchina nuova sto lontano da qualsiasi concessionario fiat. La plastica costosa spacciata per innovazione mi ha sempre dato fastidio.
RispondiEliminaE pensare che ho imparato a guidare su una panda: ma è possibile che 20 anni dopo questi ci spacciano ancora la panda come il nuovo che avanza.
Per le liberalizzazioni e le frequenze c'è il tempo e non c'è il coraggio, sul lavoro invece si deve fare tutto in 10 gg. Con il plauso dei sindacati.
RispondiEliminaCerto che 7500 euro di "premio" in busta paga, soprattutto in quella di un operaio, non sono uno scherzo! Ciao Dalle 8. Chissà se il Pautasso sarà anche colto dal dubbio che, forse, quello che sta accadendo alla fiat, è voluto e che la strategia dell'italo canadese è molto italo e poco canadese? Italo nel senso di arruffone, menefreghista, approfittatore, capace di dire una cosa ma pensarne un'altra! E l'altra, è la volontà di distruggere un marchio e quello che rappresenta per l'Italia per trasferirlo altrove, modificarlo e far soldi a paccate... va di moda "paccate", soprattutto nel governo dei sobri!
RispondiEliminaBuona giornata a te.
Quando l'altro giorno ho letto la notizia del bonus della vw agli operai non ho potuto fare a meni di fare il mesto confronto con la Fiat. Sto pensando anche a Torino. Che città diventerà mai?
RispondiEliminasono anni luce lontani dalla vita quotidiana
RispondiEliminaA me lascia un po' perplesso il mischione: nel senso, si parte dall'assunto lavoro=FIAT.
RispondiEliminaLe nuove regole del 'mercato del lavoro' - si vedrà come e cosa sono - si applicano alla FIAT e alla 'Bragaloni & Bradipo snc' che nel sessantadue è stata fondata per produrre pettini per bambole.
Anzi, più alla B&B che alla FIAT che, non a caso, si è fatta un contratto 'suo' mentre la B&B continua col contratto nazionale.
Poi, che alla FIAT siano dei bamba, è probabile.
Che alla B&B il figlio del Bragaloni padre e il vecchio Bradipo siano dei bamba uguali, e che non han capito che ormai i cinesi fan pettini per bambole a un decimo e che dovevano pensarci dieci anni fa a cambiare prodotti, è anche più probabile.
Ma l'equazione Pautasso=lavoratore "medio" non quaglia.
Il Pautasso ha ragione da vendere ma solo nell'ambito dell'industria automobilistica Tedesca, a quanto pare, anche i teutonici hanno il loro quinto e sesto stato
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/15/germania-boom-lavoratori-sottopagati-ancori-forti-differenze-
Volevo linkarti l'articolo di Lettera43 sul tema, ma era già andato in archivio.
L'ultima puttanata del maglioncino dell'FMI
Il calo delle vendite di auto Fiat è colpa dello sciopero delle Benne...ma quanto ci vuole per mandarlo fuori dalle pelotas per sempre?
Uno così è peggio delle 7 piaghe d'Egitto.
Buona giornata Dalle ;-))
@Massenzio: tutto vero
RispondiElimina@Ruben: ai tempi d'oro di Fiat il mercato auto era "protetto", quindi o prendevi una Fiat o ciccia, mettici poi l'incapacità, o non la volontà, di innovare e il risultato è quello che vediamo
@Pyperita: prima erano due su tre, adesso sono tre su tre a non fare l'interesse dei lavoratori; forse stiamo pagando gli eccessi degli anni 70 - 80
@Carlo: una volta la Fiat faceva soldi vendendo auto, adesso smantellando stabilimenti
@Alberto: dovremmo chiedere a Tina, che ci vive
@Ernest: sì, però hanno il potere di decidere della vita di migliaia di persone
@Locomotiva: Fiat ha creato il precedente, e da lì la strada è tutta in discesa
@Tina: sì, il confronto è solo sull'industria automobilistica; Alberto chiede "Torino. Che città diventerà mai?", tu che ne pensi?
Mah... io che in VW c'ho lavorato dico con sicurezza che il prodotto VW non è migliore di quello FIAT. Finestrini che cadono, parabrezza che non reggono lo sbalzo termico, quadri che accendono come alberi di natale, affidabilità dichiarata ma poco poco realistica.
RispondiEliminaErano migliori, e campano tantissimo su quell'onda che li porta a vendere citycar ad un prezzo decisamente troppo alto per quello che valgono. Sanno senza dubbio vendersi, e noi italiani che per prassi siamo esterofli ci beviam tutto come allocchi.
Come dire, in definitiva, che avere 10 nuovi modelli che si rompono non è sinonimo di lavorare bene.
Nel Canavese c'è una azienda che ha vinto una commessa per la costruzione di auto elettriche, impiegherà 3000 dipendenti, questo il primo punto.
RispondiEliminaLa Fiat sta abbandonando la vecchia sede di Corso Marconi e trasferirà gli impiegati nella sede di Corso Agnelli...di fatto sta dismettendo l'intero complesso di Mirafiori che sta per diventare polo universitario in parte e il resto...il solito fottuto centro commerciale, Torino ha bisogno che i parassiti della stirpe Agnelli se ne vadano fisicamente dalla città, la produzione ormai è agli sgoccioli, Luxottica ha preso il volo, l'auto fa solo piangere, vogliono la buonuscita, senza di loro la città si finirà di illudere e potrà finalmente riconvertire gli spazi a reale produzione di auto a misura di ambiente.
Calcola che, nel 1980 aveva, tra indotto e produzione, 187 mila dipendenti, oggi ci sono 5 mila dipendenti Fiat e circa 12 mila nell'indotto, dopo la chiusura del Lingotto vuoi che ci preccupi la ricollocazione di nemmeno 20 dipendenti?
Torino è destinata a diventare una città d'arte, ne ha i titoli e le strutture, da un punto di vista architettonico è assieme a Firenze una delle città più belle, ha impiegato 150 anni per rendersene conto, ma ... non è mai troppo tardi.
Torino sarà una città di servizi, di industria con le auto elettriche e di arte attraverso il Museo Egizio (il più ricco per reperti d'Europa), senza tralasciare le strutture barocche che stanno portando turisti da ogni angolo del mondo.
In parole povere...senza il maglioncino canadese e la discendenza Agnelli...Torino rischia di rifiorire.
Buon lavoro Dalle ;-))
@Alahambra: visti i risultati, VW qualcosa di buono ce lo deve avere altrimenti avrebbe fatto la fine di Fiat; d'accordo con te che campano su quel che erano, però ci campano benone
RispondiElimina@Tina: mi rincuori, speriamo che succeda