mercoledì 11 giugno 2014

Lamentazione

Van Dyke Parks, compositore e arrangiatore statunitense, si lamenta: “Scrivere una canzone con Starr negli anni Sessanta mi avrebbe permesso di comprare una villa con piscina, oggi è già tanto se centomila ascolti su Spotify renderanno ottanta dollari”.

Guarda, ciccio, si chiama legge di mercato, cioè il prezzo è determinato dalla domanda e dall'offerta e, per quelli come te, son finiti i tempi d'oro.
Era ora, dico io.


6 commenti:

  1. C'è anche da dire che le major sono diventate sempre più esose, e ad oggi non c'è un buon sistema che permetta all'artista di tenersi la maggior parte del ricavato.

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    1. Major esose? Forse, sì. Però, finalmente!, la pacchia è finita per le major, per gli artisti e per tutto il circo che ci sta intorno.
      C'è gente che, ai bei tempi, ha fatto i miliardi con un paio di canzoni e questo è, IMHO, vergognoso.

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    2. Se uno crea della musica veramente bella e la gente spende volentieri i soldi per ascoltarla, per me non è vergognoso che faccia i miliardi.

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    3. Ribadisco: per me è vergognoso.
      Ancor più vergognoso è che per i successivi 70 anni l'autore, vivo o morto che sia, venga pagato ogni volta che si suona la sua canzonetta.

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  2. Bisogna anche dire che gli anni 60-70 ci hanno dato della grande musica. Il momento attuale invece è veramente scarso di musicisti decenti.

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    1. Quasi ogni persona ritiene che la musica fatta dopo che ha compiuto i 30, sia poco valida.
      Secondo me, non è la musica che peggiora, sono i (bei) ricordi della giovinezza che fanno sembrare il passato migliore :-)

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