giovedì 7 maggio 2015

Basta

Ore 12:05, sono appena al di qua del cancello aziendale, in attesa del ragazzo della gastronomia.
Arriva un nostro camion, apre col telecomando. 
Appena entrato, dietro si infila un'auto.
Un tizio parcheggia in mezzo al passaggio, apre il baule, toglie due scatole con su il logo della nostra consociata e s'incammina verso l'interno della ditta.
Sopraggiunge il ragazzo della gastronomia: inchioda, abbassa il finestrino, saluta e mi porge il pasto (pollo allo zafferano con porri, e pomodori in insalata).
Ricambio il saluto, gli do il ticket, lo ringrazio, ci ri-salutiamo.
Mi dirigo verso il locale mensa.
A metà strada incontro il tizio, mentre sta tornando indietro, che mi apostrofa così: 
dov'è Roberto?
siamo in pausa pranzo, rispondo senza fermarmi
dove lo posso trovare?, chiede
da nessuna parte, è andato a mangiare, replico continuando a camminare
ma io..., comincia.
Senza dire una parola lo sorpasso e me ne vado.
Ora:
1) i buongiorno non costano niente, come pure i per favore
2) non so chi sei
3) se siamo in pausa pranzo, vuol dire che non siamo disponibili sul posto di lavoro pure se, magari, ci stiamo
4) anche sapessi dov'è Roberto, non te lo direi perché non esiste che uno deve interrompere il pasto a causa di un pirla qualunque che non ha l'intelligenza e l'educazione necessarie per capire che non deve disturbare.

Sono davvero stanca degli arroganti, dei prepotenti, dei villani e degli ignoranti.
Non riesco (voglio) più ad essere accomodante.



9 commenti:

  1. Vogliamo parlare di quando sei alla scrivania ma in pausa pranzo, la bocca piena ma vieni interrotta da qualche persona che deve per forza farti fare qualche lavoro che non può aspettare 10 minuti 10 mentre la collega (che in teoria dovrebbe lavorare perchè fa un'orario diverso) si stà facendo l'ennesima chilometrica telefonata della giornata per i razzi suoi non viene mai disturbata?

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  2. Mi è capitato un episodio analogo, ma con uno dei nostri utOnti interni. All'ora di pranzo io esco per andare a mangiare in un locale convenzionato che prende i buoni pasto; mi siedo, ordino, e mentre sono lì che aspetto che arrivi il mio pranzo passa di lì questa tizia, che era uscita per fare delle commissioni, mi vede dalla vetrina del locale, entra e comincia: "Sai, giusto te, io ho questo problema..."
    "Sono in pausa pranzo; ne parliamo quando rientro." replico secco.
    "Sì, però io ho questo lavoro urgente da finire..."
    "QUALE PARTE DI 'PAUSA PRANZO' NON TI È CHIARA?" Questo l'ho detto in tono piuttosto sostenuto. Alla fine ci rinuncia, gira sui talloni ed esce. Il bello è che poi, in sede, non ha più richiamato per "quel problema urgentissimo che deve assolutamente essere risolto in pausa pranzo"...

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  3. Sono come gli stessi che in mensa o alla pausa caffè parlano solo di lavoro. Poi magari durante il resto della giornata sono tutto il giorno su internet o a farsi i cazzi loro...

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  4. Rispetto e buona educazione al momento sono valori molto desueti; sembra che se vuoi avere successo in questa società malata in cui viviamo devi essere arrogante, da "voglio, posso e comando". O bastardo dentro, per battere gli arroganti.

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  5. Mi hai ricordato un vecchio spot di Gigi e la cremeria... :-)

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  6. e fai bene... e ce ne sono tanti.

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  7. Condivido pienamente !!! da anni ho perso la pazienza
    f.

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  8. @Anonimo: questo è uno dei motivi per cui non faccio mai la pausa pranzo alla mia scrivania
    @Wuxx: c'è gente che quando gli scappa, la devono fare subito; mezz'ora dopo non si ricordano nemmeno più
    @Giulio: ne ho conosciuti anch'io di tipi così, li odio
    @Blaster: se mi costringono, faccio la bastarda dentro, ma anche fuori
    @Ruben: sai che non me lo ricordo?
    @Ernest: troppi
    @F. 1 e 2: siamo, quasi sempre, in sintonia tu ed io

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