mercoledì 21 ottobre 2015

La fiducia è una cosa seria (cit.)

Sul Fatto Quotidiano, il medico Salvo di Grazia pubblica un lungo articolo titolato "Vaccini, perché i genitori hanno paura?", a favore delle vaccinazioni.

Ora, io non ho le competenze per dire se è giusto o sbagliato vaccinare e quanti e quali effetti collaterali ci siano/possano esserci.
Quando ero piccola i miei genitori mi hanno fatto le vaccinazioni che, all'epoca, erano usuali.
Però, una volta raggiunta la maggiore età, non ho mai voluto fare un vaccino.
Il perché lo spiega bene, in un commento all'articolo, tale crabiolu:
La mancanza di fiducia. Di un sistema sanitario corrotto, di informazione scorretta, di una medicina ufficiale cinica e bugiarda, di un ministro della Salute incompetente, di una propaganda ipocrita e opportunista, di dati ufficiali drogati dal business, insomma la medicina oggi risponde agli stessi requisiti di qualsiasi altro affare commerciale miliardario e molti lo percepiscono e tendono quindi a proteggere ciò che hanno di più caro. È diffidenza per le istituzioni, caro mio, e questa non è paranoia o ignoranza. È buon senso.

6 commenti:

  1. La gente è scema. Cioè, se la ministra, o ministressa, o mini-cervello della sanità spara cazzate la gente non si fida, giustamente, perché quella lì non ha neanche mai INIZIATO gli studi alla facoltà di medicina; ma se il tuo medico di famiglia che conosci da trent'anni, che ha sempre curato al meglio te e tutti i tuoi familiari, ti prescrive un vaccino cosa fai? Io almeno a un medico di comprovata affidabilità darei retta, non lo accuserei di fare parte della LOBBIEH BIGFARMAHHH!!!!!uno, undici, unmilionecentoundicimilacentoundici!!!!!!!!

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  2. Fiducia nella ministronza dell'insanità zero. Fiducia nel mio vecchio medico tantissima. Lui mi ha detto quali vaccini è opportuno fare (molti) e quali sono solo una perdita di tempo (pochi, ma ci sono). In più ci sono certe vaccinazioni obbligatorie per un buon motivo: poliomielite e difterite fino a pochi anni fa - fino all'attacco sfrenato degli antivaccinisti-con-le-malattie-degli-altri insomma - erano ritenute debellate; adesso ne sta di nuovo sbucando qualche caso, per ora pochi. Gli antivaccinisti a stecca, come quello che hai citato, purtroppo hanno buon seguito proprio a causa dell'incompetenza governativa; consiglierei loro di rivolgersi al medico di famiglia e di non dar retta, nella maniera più assoluta, alla ministronza e all'apparato di falabràch che comanda.

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  3. Secondo me è un ragionamento sbagliato. Intanto basta guardare a quanta gente moriva prima dei vaccini per rendersi conto che sono di enorme utilità. Poi, se anche pensi che il sistema sanitario italiano sia corrotto, guarda un po' nel resto del mondo: ovunque i sistemi sanitari nazionali dei vari paesi sono concordi nel promuovere le vaccinazioni. Infine dimmi quante persone conosci che siano state anche minimamente danneggiate da un vaccino.
    Insomma vediamo di non tornare verso il medioevo con le guaritrici bruciate sul rogo per stregoneria

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  4. @Yazzim: il fatto è che i medici di famiglia che conosci da trent'anni sono molto rari
    @Tikkete: oltre a quanto detto a Yazzim, aggiungo che non tutti i medici di famiglia sanno fare il loro mestiere
    @Giulio: sì, però nel Medioevo non guadagnavano fantastiliardi sulla salute della gente

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    1. Non tutti, lo so; ma ce ne sono ancora molti. E, giustappunto, come diceva Giulio, anche sistemi meno devastati di quello italiano promuovono i vaccini. Fiducia o non fiducia, guadagni o non guadagni, la questione è una e una sola: non vaccini i tuoi figli per la poliomielite? Se la beccano! Li vaccini? Sono salvi per tutta la vita. Semplice.

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    2. Come per tutti i farmaci (faccio presente l'etimologia del vocabolo: dal greco, medicina, veleno) ci sono i pro e i contro. Col ragionamento che fai tu è semplice scegliere di vaccinare, però, rare volte, oltre a non prendere la poliomelite pare ci si prenda dell'altro, altrettanto serio. Certo, succede anche di restarci secchi per una reazione allergica all'aspirina, però si sa il rischio. Cosa che per i vaccini invece, spesso, no.

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