lunedì 31 marzo 2014

Problemi moderni

Negli Stati Uniti e in altri paesi europei come la Svezia e la Danimarca, psicologi e psichiatri hanno già iniziato a curare i primi casi di overdose di messaggi scritti sul cellulare, con programmi di vera e propria disintossicazione.
In Italia il fenomeno
[...] è ancora in fase di studio. Non mancano comunque validi tentativi di cura.
D'emblée, mi vien da dire che questa "patologia" è classificabile come "fastidi di quart da dré", altrimenti detti, in lingua aulica, problemi del culo.




8 commenti:

  1. viene da pensare a Woody Allen che diceva un qualcosa tipo 'quando ero piccolo, c'erano una decina di nevrosi. Oggigiorno son più di seimila, e questo mi tranquillizza. Ho ancora molte scuse'

    E comunque, io credo che oltre un certo limite di messaggi sia da decretare la morte celebrale ed espiantare gli organi del soggetto.

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  2. Io ieri mi sono curato benissimo: un bel giro in moto in Croazia dove il roaming va obbligatoriamente spento perchè ha costi salatissimi :-)

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  3. voglio proprio vedere cosa ci inventiamo in Italia

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  4. Candideremo queste ricerche per il premio IgNobel, che ne dici?

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  5. Già mi facevano strano le tendiniti e i problemi al tunnel carpale per i troppi SMS inviati addirittura ma la dipendenza... Che poi... Sti ragazzi... Ma che ricariche gli fanno i genitori?

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  6. Gli USA sono il paese delle patologie psicotiche ad ogni costo, se una patologia non esiste, se la inventano, non possono lasciare a spasso tanti spremicervelli che alimentano le industrie farmaceutiche basate sugli psicofarmaci.
    Altro che problemi del culo, problemi da portafogli.
    Buona giornata Dalle ;-))

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  7. @Locomotiva: meglio togliergli il cellulare e via
    @Giulio: terapia fantastica (a me piaceva andare in moto quando ero giovinotta, adesso non so)
    @Ernest: tranquillo, qualcosa troveranno
    @Pyperita: a un punto poco piacevole
    @Janos: splendida idea!
    @Impiegata: ecco, è questo il vero problema, troppi soldi senza doverseli guadagnare
    @Tina: alla fine, sempre lì si va, al portafogli

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