mercoledì 23 dicembre 2015
Bye bye
Cara gente,
dopo più di dieci anni, oggi il mio blog chiude i battenti.
Il perché è presto detto: da domani sono in ferie, la ditta riapre il 7 gennaio, ma io dal 01.01.2016 vado in pensione.
ll 6 ottobre il Tribunale di Milano ha dato ragione a me e torto all'Inps, e cioè che la legge Opzione Donna prevede il raggiungimento dei requisiti (età + contributi) a dover essere entro il 31.12.2015 e non la data di percepimento della pensione.
E, cosa più importante, nella legge di stabilità viene ribadita la stessa cosa, per cui, citando il mio avvocato: "mi sembra ragionevole pensare che l’INPS non abbia ragioni per proporre appello contro la Sua sentenza e che la liquidazione della Sua pensione sarà in via definitiva e non provvisoria".
Dato che la legge di stabilità non avrà valore sino a che non sarà stampata sulla Gazzetta Ufficiale, potrò star tranquilla al cento per cento solo verso la metà di gennaio, ché questi sono i tempi tecnici per la pubblicazione, almeno stando agli anni precedenti.
Naturalmente ho concordato con l'azienda una soluzione nel caso la legge di stabilità cambi oppure che qualche idiota dell'Inps voglia fare lo stesso appello/ricorso alla sentenza.
Tornando al blog: certo, avrei potuto continuare a postare ma ho sempre pensato che questa "avventura", prima o poi, dovesse avere termine (come, del resto, era insito nel nome: dalle8alle5, orario d'ufficio).
Voglio ringraziare tutti voi commentatori, ma anche i solo lettori, per essere stati con me.
Termino facendo gli auguri di Buone Feste a voi e a tutti coloro i quali vi sono cari.
martedì 22 dicembre 2015
Non ci siamo
"Il mio contributo al Bambino Gesù è una donazione volontaria, non un risarcimento" resa possibile grazie "ai miei risparmi e ai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative", ha spiegato Bertone, specificando che pagherà con versamenti a rate.
Scusa, ciccio, com'è che hai ricevuto dei soldi per finalità caritative e ti sono rimasti in tasca?
"La mia vita non è lussuosa come si continua stereotipamente a dire, capisco le insinuazioni che ci possono essere ma bisogna dire che io ho lavorato per tanti anni, e ho avuto un poco di stipendio e poi qualche offerta benevola che ho sempre riutilizzato per aiutare persone in stato di bisogno - ha detto ancora l'ex segretario di Stato vaticano.
Ciccio, non ci siamo: prima dici che i soldi te li sei tenuti tu, poi che li hai dati ai bisognosi.
Allora???
lunedì 21 dicembre 2015
Renzi? No, grazie
La Ue decide sugli immigrati ma ci lascia fuori
Al pre-vertice c’erano tutti, persino il lussemburghese. A Renzi, per l’ennesima volta, riservato il posto di zerbino
Il greco? C’era. L’austriaco? Pure. Il belga? Presente. L’olandese? Anche. Non mancavano nemmeno il portoghese, il finlandese, lo sloveno e financo il lussemburghese. Soltanto uno non era stato invitato alla preriunione organizzata ieri a Bruxelles dalla Cancelliere Merkel per discutere di immigrati. Indovinate chi era? Esatto: il nostro Matteo Renzi. O un suo rappresentante. Proprio così: l’Italia è rimasta fuori dalla porta, depositata nel portaombrelli all’esterno della sala, esclusa come Fido in certi negozi di alimentari. «Io non posso entrare». Ma guardi che non morde i diplomatici, al massimo i risparmiatori… «Non importa. Non lo vogliamo».
I soliti gufi diranno che è un’altra dimostrazione dell’Italia che non conta nulla in Europa e nel mondo. (Non importa: quelli saranno sistemati a dovere alla prossima Leopolda con un bel concorso sui titoli, sugli articoli e magari anche sulle vignette. Al primo classificato, una bella confezione di olio di ricino). Invece noi che non siamo gufi, possiamo dirlo: stare fuori dalla porta non è un’esclusione, ma una scelta strategica. Ma sì: una tattica fiorentina, una mossa di grande astuzia politica. Entrare nella stanza principale? Sedersi al tavolo con gli altri? Discutere con la Merkel? Confrontarsi con Schulz? Affrontare i commissari? Macché: noi siamo italiani. Molto meglio restare in sala d’attesa, accoccolati sul tappeto. Nessuno ci potrà accusare di nulla. E se va bene, magari ci scappa pure una mano di briscola con il portinaio…
Ma noi non siamo tipi da demordere tanto facilmente. Macché: stiamo lì, irremovibili, accucciati all’esterno di ogni stanza dei bottoni, rigorosamente al di fuori di ogni incontro importante, fermamente decisi a farci escludere da ogni summit decisivo. L’importante è che ci chiamino per la cena, si capisce. A tavola bisogna tenere alto l’onore dell’Italia, e il girovita di Renzi dimostra che da quel punto di vista non temiamo rivali.
La tattica «io resto fuori», d’altra parte, è rigorosamente applicata da Renzi a tutte le grandi questioni internazionali. C’è il vertice a Parigi sul Medio Oriente? Noi non siamo invitati. Si discute sulle Siria? Noi non siamo invitati. Si sceglie il futuro dell’euro? Qualcuno magari ci telefona per informarci di quello che hanno deciso fra Berlino e Parigi. Poi dicono che il premier Parolaio non raggiunge mai i suoi obiettivi: non è vero, sono le solite menzogne della stampa nemica, con cui regoleremo presto i conti. A escludere l’Italia da ogni tavolo importante, per esempio, Renzi c’è riuscito benissimo. Adesso persino il lussemburghese e lo sloveno contano più di noi. Non è una grande prova di coerenza del nostro premier?
D’altra parte, che ci volete fare? Non si può mica essere dappertutto. Renzi deve già occupare tutti i posti disponibili alla Rai, alle Poste, all’Inps, nelle partecipate, negli organi costituzionali, deve entrare nei consigli d’amministrazione, nella Consulta, nelle Ferrovie, e dunque ha modi di entrare pure nelle stanze dei vertici internazionali. Che ci pensino il finlandese e il portoghese, a quelli. Se poi l’Italia viene presa a pesci in faccia in tutto il mondo, se non contiamo nulla nelle grandi crisi, se persino il New York Times sbeffeggia le nostre riforme («Il jobs Acts è inutile») e il famoso piano europeo per l’immigrazione che doveva risolvere tutto si rivela una beffa, se non possiamo più fare una politica economica autonoma, se non possiamo salvare né le aziende (Ilva) né la vita dei risparmiatori (Civitavecchia) perché a Bruxelles quando ci vedono ci scambiano per gli uscieri del palazzo («voi restate fuori»), che importa? È la tattica di Renzi: nascondersi sotto il tappeto fuori dai confini e piallare tutti in Italia. Almeno finché c’è riuscito, si capisce. Perché, si sa, a forza di vederlo fuori dalle stanze che contano, può essere che anche gli italiani ci prendano gusto. E si domandino se non è il caso di completare l’opera lasciandolo fuori anche da Palazzo Chigi. Così, tanto per adeguarsi ai parametri di Bruxelles.
Mario Giordano - Libero Quotidiano
venerdì 18 dicembre 2015
giovedì 17 dicembre 2015
Influenza
Ci hanno martellato le orecchie per farci fare il vaccino antinfluenzale e ora salta fuori quel che ho sempre pensato: "Influenza, gli esperti avvertono: La malattia deve fare il suo corso", cioè starsene a letto per 3 - 5 giorni.
Inoltre, Tom Jefferson, uno dei più famosi esperti in campo vaccinale e membro del Cochrane Vaccines Field, dice:
- Gli studi condotti sull'efficacia del vaccino antinfluenzale sono stati "nel 96% dei casi studi di bassa o infima qualità e per noi non è stata una sorpresa, perché li avevamo quasi già letti tutti in precedenza".
Inoltre, Tom Jefferson, uno dei più famosi esperti in campo vaccinale e membro del Cochrane Vaccines Field, dice:
- Gli studi condotti sull'efficacia del vaccino antinfluenzale sono stati "nel 96% dei casi studi di bassa o infima qualità e per noi non è stata una sorpresa, perché li avevamo quasi già letti tutti in precedenza".
- "Nella maggior parte di questi studi c'era una relazione tra bassa qualità metodologica dei lavori e positività dei risultati nei confronti dei vaccini (in altre parole: più lo studio è scadente, migliori sono i risultati per i vaccini)".
- Proprio "secondo le previsioni, c'era una relazione anche tra conclusioni trionfalistiche e il fatto che gli studi fossero finanziati dall'industria, tutte cose che erano già state viste in altre aree dello scibile biomedico".
- Proprio "secondo le previsioni, c'era una relazione anche tra conclusioni trionfalistiche e il fatto che gli studi fossero finanziati dall'industria, tutte cose che erano già state viste in altre aree dello scibile biomedico".
mercoledì 16 dicembre 2015
Cose poco chiare
Emergono fatti "strani" su Luigino D’Angelo, il pensionato suicida per aver perso 110.000 € a causa del salva banche: secondo l’agenzia di stampa ANSA, che cita non meglio precisate fonti finanziarie, i titoli subordinati di Banca Etruria, il cui valore è stato azzerato, erano stati emessi nel 2006 e sono stati da lui comprati all’inizio del 2013 sul mercato secondario e non quindi ‘spinti’ dalla banca nella rete di filiali dando disposizioni ai propri dipendenti.
(Fonte: Giornalettismo)
Non è finita: riguardo la signora 90enne in provincia di Arezzo, titolare di pensione sociale minima che, secondo la stampa, avrebbe perso i risparmi di una vita pari a 75mila euro in obbligazioni subordinate che la banca le aveva proposto, dalle stesse fonti si esprimono perplessità. La donna infatti sarebbe titolare presso la stessa banca di conti per diverse centinaia di migliaia di euro oltre a proprietaria di numerosi immobili.
(Fonte: neXt)
Non che ciò diminuisca le responsabilità delle banche (e del governo), però vien da chiedersi quante delle storie che son circolate sui "poverini" truffati siano vere, nel senso di quanto realmente "poverini" (cioè ignari, manipolati e/o rimasti senza un soldo) siano i suddetti "poverini".
martedì 15 dicembre 2015
Soci d'affari
Il procione ha un socio, una volpe (dice lui) davvero bravissima.
Un giorno una colonia di nutrie chiede al procione un'offerta per dieci quintali di trifoglio, che però deve essere inferiore a 0,180 €/kg.
Il procione gira la richiesta alla volpe, che è esperta di trifoglio e affini, la quale gli fa un prezzo di 0,185€/kg.
E no, è troppo caro, ribatte il procione, deve essere molto meno, altrimenti le nutrie non mi fanno l'ordine.
La volpe fa presente che quello è il prezzo migliore sul mercato; lei, visto che sono soci, non ci ha ricaricato niente, è impossibile trovare del trifoglio a meno.
Il procione si lamenta con le nutrie: volete spendere troppo poco, il prezzo che indicate non esiste.
Al che le nutrie lo informano di aver già ricevuto un'altra offerta, da una banda di scoiattoli, a 0,167€/kg.
Il procione riferisce alla volpe, che si meraviglia assai e afferma che un tal prezzo è impossibile, l'unica spiegazione è che gli scoiattoli hanno venduto sottocosto e/o le nutrie mentono.
Certo che sia così, il procione adesso ce l'ha a morte con questi sleali, e più coduti, concorrenti e anche con le nutrie, avide e menzognere.
NdR ogni riferimento a fatti e/o persone reali non è puramente casuale
Un giorno una colonia di nutrie chiede al procione un'offerta per dieci quintali di trifoglio, che però deve essere inferiore a 0,180 €/kg.
Il procione gira la richiesta alla volpe, che è esperta di trifoglio e affini, la quale gli fa un prezzo di 0,185€/kg.
E no, è troppo caro, ribatte il procione, deve essere molto meno, altrimenti le nutrie non mi fanno l'ordine.
La volpe fa presente che quello è il prezzo migliore sul mercato; lei, visto che sono soci, non ci ha ricaricato niente, è impossibile trovare del trifoglio a meno.
Il procione si lamenta con le nutrie: volete spendere troppo poco, il prezzo che indicate non esiste.
Al che le nutrie lo informano di aver già ricevuto un'altra offerta, da una banda di scoiattoli, a 0,167€/kg.
Il procione riferisce alla volpe, che si meraviglia assai e afferma che un tal prezzo è impossibile, l'unica spiegazione è che gli scoiattoli hanno venduto sottocosto e/o le nutrie mentono.
Certo che sia così, il procione adesso ce l'ha a morte con questi sleali, e più coduti, concorrenti e anche con le nutrie, avide e menzognere.
NdR ogni riferimento a fatti e/o persone reali non è puramente casuale
lunedì 14 dicembre 2015
Pensioni
Tito Boeri, presidente dell'Inps, dice: “Raddoppiati pensionati che emigrano, troppi assegni pagati a chi vive e versa tasse all’estero”.
[...] “questo fenomeno erode la base imponibile: molti pensionati ottengono l’esenzione della tassazione diretta e non consumano in Italia, con effetti quindi anche sulla tassazione indiretta".
Ciccio, se questi prendono la pensione è perché hanno versato per anni e anni i contributi, mica gli date i soldi in quanto hanno gli occhi belli.
Il tuo ragionamento è tipicamente da professorino bocconiano quale sei: se hai un meno da qualche parte, lo compensi con il primo più che ti capita. Anche se non c'entra niente.
venerdì 11 dicembre 2015
Quasi laureata
Tale Arianna scrive alla D.sa Gianna Schelotto, sul forum "questioni d'amore":
[...]
Fra poco mi dovrei laureare alla triennale. so cosa voglio fare dopo: frequentare l'accademia Maestri Cioccolatieri Italiani. Posso adesso, no?
Evidentemente, no.
Ma sei matta? e poi cosa fai? la ciocolataia?!no eh, non scherziamo. piuttosto,perché non vuoi fare la magistrale, Arianna? E il dottorato? e poi sposarti con un dottore o un ingeniere e farci dei nipotini,sù da brava?
Doc, per piacere, mi dica che se ne esce senza dover scappare o fare violenza ai propri genitori. [...]
A me, leggendo, è venuto lo scoramento
Una quasi laureata, che ha fatto il liceo, scrive "so" minuscolo dopo il punto, "ciocolataia" con una c sola, gli spazi latitano; e vabbe', saranno Orrori di stUmpa, ma "ingeniere" e su con l'accento, no, per questi non ci sono scuse.
Chissà che razza di insegnanti ha avuto.
E lo so che fare la maestrina con la penna rossa non è bello, ma certi svarioni gridano vendetta.
Certo, ne faccio anch'io, ma - immodestamente - non mi pare così marchiani.
giovedì 10 dicembre 2015
Christmas style
Ero rimasta basita vedendo l'abito che la Santanché ha indossato alla prima della Scala, questo:
Da anni non vedevo niente di così orripilante, brutti ma proprio brutti il colore, il modello, la mise in generale.
Non solo, avevo l'impressione che mi ricordasse qualcosa, ma non riuscivo a inquadrare cosa.
Poi ho visto questi fotomontaggi:
e ho capito.
Ah, il cosidetto stilista che ha partorito cotanto orrore si chiama (sic) Ultrachic.
mercoledì 9 dicembre 2015
Le "gioie" della famiglia
A marzo mia mamma ha cominciato a soffrire di vertigini.
A maggio l'ho finalmente convinta ad andare dal medico.
Che le ha dato dei farmaci, i quali però non hanno avuto l'effetto sperato. Anzi, le vertigini erano sempre più frequenti e forti. Al punto di farla svenire.
E così, tra giugno e luglio è caduta a terra, in casa, tre volte.
Di chiamare il medico non ne ha voluto sapere, nonostante le mie continue insistenze.
Ho avvisato del problema mio fratello, risposta: verificherò.
Al che mi son girate le orecchie perché, con un'affermazione del genere, metteva in dubbio quel che gli dicevo, cioè ero una cretina, ma ho lasciato correre. Ovviamente lui si è ben guardato dal fare alcunché, anche se risiede a 400 mt e passa una volta la settimana da lei.
Ho anche fatto presente a mia mamma che prima o poi, cadendo, si sarebbe rotta qualche osso e, alla sua età (84 anni), rischiava di finire all'ospizio su una carrozzina.
Ad agosto la vicina, che l'aveva vista spalmata sul balcone, ha chiamato l'ambulanza.
Risultato: 20 giorni all'ospedale (diagnosi: microfrattura al femore destro); risolti i problemi di vertigini, poi un mese in una struttura a lunga degenza, dopodiché, dal 21 settembre a lunedì scorso, ricovero in una struttura riabilitativa.
Nella quale, a parte un'ora al giorno in palestra, non le hanno fatto niente e di giorno la tenevano sempre sulla sedia a rotelle.
Mio fratello (che abita vicinissimo ai tre posti), ha cercato di scaricare a me (che sto a oltre 40 km di distanza) la gestione pratica della faccenda, col risultato di prendersi un bel calcione sui denti in quanto gli ho rimarcato che sono anni che mia mamma ha fatto/fa a lui, e a sua moglie, da serva, baby sitter e, last but not least, donatrice di bonifici.
Mettere in lavatrice la biancheria della sua genitrice, che di questo, alla fine, si trattava, mi sembrava il minimo che gli pertoccasse.
Adesso mio fratello ce l’ha su con me, perché ho osato fregarmene delle sue rimostranze e, peggio ancora, gli ho rinfacciato tutto quel che ha avuto, gratis, da mia mamma, col sottinteso che io non ho chiesto e avuto mai niente (perché mi son ben guardata dal farlo, chiaro).
Per dire a che livello è arrivato, non mi ha nemmeno informato della dimissione di mia madre dall’ultimo ricovero, l’ho saputo, da terzi, per caso.
Non ho intenzione di polemizzare al riguardo, la miglior risposta a un tale, meschino e miserrimo, comportamento è l’assoluta indifferenza. Così rosicherà ancora di più.
E, dopo questa, con me ha chiuso.
venerdì 4 dicembre 2015
Muni, il gatto
giovedì 3 dicembre 2015
Pier Luigi, rimembri ancor...
Bersani: “Se c’è la bandiera del Pd potrei anche andare alla Leopolda. Dove ci sono le bandiere del Pd, io ci vado. D’altronde, si resta segretari a vita”.
Anche se pare l'abbia detto scherzando, a me 'sta cosa ha messo una tristezza infinita. Sa tanto di rimpianto dell'epoca "Festa dell'Unità", salamelle comprese.
Un vorrei ma non posso, infinito e devastante.
mercoledì 2 dicembre 2015
Rotonda sbirola
Sulla strada che mi porta al lavoro, un anno fa è stata inaugurata, con squilli di trombe e alla presenza delle (maiuscole) Autorità Cittadine, una nuova rotonda.
Questa:
click per ingrandire |
La prima volta che l'ho fatta ho pensato: ma cosa si è fumato il progettista mentre la disegnava?
Poi mi son detta: taci tu, che di guida ne capisci meno di niente.
Solo che altri conducenti, ben più esperti di me, hanno espresso opinioni simili o peggiori (assai).
I chiodi nella bara ce li ha messi la società che gestisce i bus, quelli che dovrebbero passare nella corsia dedicata e fare, sempre lì, la fermata. Dopo tre mesi dall'entrata in uso della nuova rotonda, ha diffuso un comunicato: si avvisa la spettabile clientela che la fermata alla rotatoria via ABCEF con via GHIJK non è attiva in quanto non ha ottenuto il necessario nulla-osta ai sensi della sicurezza, come previsto dal DPR 753/80, da parte dell’Ente competente.
All'epoca ho mandato copia del comunicato all'assessore ai trasporti del Comune che, strano caso, non mi ha mai risposto.
martedì 1 dicembre 2015
Ex, pussare via
Giornalettismo fornisce 10 consigli per sopravvivere alla riunione con gli ex compagni di scuola.
- Vincere i dubbi su se stessi.
- Trovare un accompagnatore.
- Rimanere rilassati.
- Scegliere un vestito adatto.
- Evitare la boria altrui.
- Portare foto del passato.
- Visitare la scuola.
- Andare a bere assieme.
- Scovare i vecchi amici di scuola.
- Non mentire mai.
Il consiglio n. 11, mio personale, è: evitare come la peste gli ex compagni di scuola. E anche tutti gli altri ex (colleghi, coniugi, morosi, amici, etc. etc.).
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