venerdì 21 dicembre 2012

Oppovero silvio

Non sufficit la campagna elettorale in tv, il silvio ha deciso di sbarcare anche in Rete.
A tal fine si è fatto consigliare da tal Michael Slaby, coordinatore la campagna sui social media di Barack Obama.
E mal gliene incolse: su Twitter, l'hashtag del Pdl #losapevichesilvio pensato, in teoria, per magnificare tutte le meravigliose meraviglie fatte da esso stesso medesimo, è diventato un boomerang: la gente gli scrive quel che pensa di lui, e senza nessuna remora.
Vale la pena di andare a leggerlo, non foss'altro per divertirsi con la varietà degli insulti e degli sbeffeggiamenti.
Eppoi è saltato fuori che, durante la cosiddetta intervista dalla D'Urso, aveva un sostegno per mantenersi eretto. Cito: "Come se fosse un pappagallo sul trespolo". Non si sa dove, di preciso,  gli avessero messo 'sto sostegno, ma la gente mormora.
Insomma, lo stanno mettendo in croce e, quel che è peggio, ridono alle sue spalle.

Cambiando argomento, oggi per me è l'ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze. Ritornerò su questi schermi lunedì 07 gennaio 2013.
Augurissimi di buone feste.

giovedì 20 dicembre 2012

Legittima difesa

Quando incontro un/a conoscente mi viene quasi automatico dire "ciao" seguito da "come stai?".
E qui c'è un rischio, perché la domanda ha (circa) tre risposte possibili:

risposta nr. 1 <Bene, grazie. E tu?>
e ne consegue che:
a) non vuol farmi sapere i fatti suoi
b) non vuol affliggermi con le sue eventuali disgrazie
c) non ha problemi, tutto gli/le va bene davvero.
E son salva. La conversazione può proseguire lietamente, cicalando (in base all'interlocutore/rice) dell'ultimo pettegolezzo circa i conoscenti comuni oppure virare su faccende intime; c'è anche il caso, molto raro, di poter parlare di argomenti serissimi, tipo la situazione politica e sociale, intervallati da commenti cazzeggianti (per rinfrancar lo spirito tra un enigma e l'altro, Settimana Enigmistica docet).

risposta nr. 2 <Eh, potrebbe andare meglio...>
e ne consegue che
a) vuole che io gli/le chieda "ma come mai? cosa ti è successo?"
b) idem come sopra
c) idem come sopra
In questo caso potrebbero cominciare i problemi. Se non son velocissima nel NON cogliere la palla al balzo, rischio di GO TO risposta nr. 3. L'unica chance è una controffensiva degna del miglior stratega: attaccare, senza pietà con "Ahhhh, sapessi io! Cosa mi è capitato, da non crederci! Tutte, tutte mi succedono! Sighhhh... Sobbb.... Devi sapere che..."
Basta poi accennare ad un sottobraccio per vederlo/a iniziare a dibattersi come un pesce all'amo, indi si ricorda di un impegno urgente, di un appuntamento a cui è già in ritardo, promette di chiamarmi quanto prima, stasera senz'altro!, e sparisce come neanche il mago Silvan saprebbe fare. Salva, per un pelo, ma son salva. Grazie, von Clausewitz, grazie.

risposta nr. 3 <Ah, come sono sfortunato/a, una via l'altra! Ma tu non sai ancora... adesso ti racconto tuuutto!>
ne consegue che
a) sta cercando consigli E/O
b) sta cercando qualcuno che gli/le dia ragione quando ha palesemente torto E/O
c) sta cercando qualcuno da affondare/angosciare con una o più rogne
Qui, ahimè, non resta che la fuga. Ignominiosa, è vero, ma soldato che fugge è soldato vivo (temo che il von di prima avrebbe da ridire, per lui sarebbe un soldato da fucilare, ma io son per la non violenza - tranne in alcuni casi, perché quanno ce vo' ce vo' - e quindi la diserzione, se giustificata e per giunta mia, mi pare ottima cosa).
Non ci sono alternative, devo darmi alla macchia, con la prima scusa che mi viene in mente. Poi, ulteriori precauzioni utili alla sopravvivenza sono: filtrare le telefonate con la segreteria, controllare chi chiama prima di rispondere al cellulare, parlare con accento straniero al citofono, evitare i luoghi di frequentazione comune.
A volte funziona, a volte no. Purtroppo quelli che "ah, come sono sfortunato/a!" son infaticabili, pieni di risorse quando devono gettare le loro scimmie addosso agli altri. L'unica speranza è che vadano a lamentarsi in qualche trasmissione in TV, che tanto io non ce l'ho più.

mercoledì 19 dicembre 2012

Robe da non crederci

Nella mia ingenua ingenuità, io credevo che gli effetti collaterali dei farmaci, quelli scritti sul bugiardino, fossero frutto non solo di ricerche del produttore del farmaco stesso, ma anche di altre effettuate da terze parti indipendenti, compresi organismi "pubblici".
E invece no: "Tra le aziende, gli enti di controllo e gli operatori sanitari vi è una sorta di “patto di fiducia”, fino a prova contraria, se l’azienda afferma che un farmaco ha un certo effetto, gli utilizzatori (i medici come prescrittori e i pazienti come destinatari finali) si fidano."
Adesso salta fuori che [...] "Da qualche settimana però qualcosa si è inceppato e rischia di alterare quel rapporto di fiducia".
Perché su un farmaco, Tamiflu della Roche, "Studi successivi mostrarono che l’efficacia mostrata dai produttori del farmaco non era così scontata e sorgevano molti dubbi sulla sua utilità, sugli effetti collaterali e sul rapporto costo beneficio, in più di fronte ad un effetto molto limitato si sospettano gravi effetti secondari con conseguenti dubbi da parte di medici ed autorità sulla reale utilità del farmaco.
Al che è stata chiesta alla Roche la documentazione relativa ai dati alla fonte.
[...] Il problema è sorto quando si è scoperto che i dati in realtà non esistevano, o meglio, l’azienda non intendeva fornirli e, dopo una promessa iniziale di disponibilità, ha ritrattato anche in maniera piuttosto brusca."

Risultato: "l’EMA [Agenzia Europea del Farmaco] ha deciso di prendere in seria considerazione il fatto che i dati in possesso delle aziende farmaceutiche, relative a molecole farmacologiche in vendita, a sperimentazioni e a pubblicazioni scientifiche, debbano essere pubblici e liberamente consultabili (probabilmente sarà una consultazione limitata agli addetti ai lavori, ma è già qualcosa)."
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)

A me 'sta cosa che la salute della gente sia stata gestita con il sistema di chiedere all'oste se il vino è buono, fa incazzare (e indignare) da matti. 





martedì 18 dicembre 2012

Ricordi (quasi) d'infanzia

Leggendo della morte di Febo Conti mi è venuto in mente il giorno in cui la scuola (media) ci portò in gita (durata del viaggio andata e ritorno: 30 minuti) in Corso Sempione, alla Rai, a vedere una puntata di Chissà chi lo sa.
Ho solo due ricordi precisi di quella gita: ci fecero sedere su delle gradinate altissime e l'ospite della trasmissione era Lucio Battisti che cantò, in playback, "Acqua azzurra, acqua chiara".
Devo ammetterlo: fu una grandissima delusione.

Mi rugava di avere un'idea solo vaghissima di quando fosse successo, ora, grazie a Google, ho recuperato la data esatta di quella gita: sabato 3 maggio 1969.

lunedì 17 dicembre 2012

Schifissimo schifo

Dopo il caffè recuperato dalla cacca di zibetto, adesso c'è anche il tipo scavato fuori da quella di elefante.
[...] i chicchi devono essere raccolti e separati dagli escrementi, il personale specializzato si occupa della ‘pulitura' rendendoli ‘pronti' per la macinazione.
Si tratta di una speciale miscela realizzata in Thailandia che costa 1100 dollari al kg, circa 50 dollari a tazza.


Guarda, Ciccio, non berrei nessuno dei due neanche se me li dessero gratis. Anzi, nemmeno se mi pagassero per trangugiarli.

giovedì 13 dicembre 2012

Moda

I corsi e ricorsi della moda nei secoli sono affascinanti.
I capelli maschili, per esempio, sono stati corti durante il tempo degli antichi Romani, lunghi durante il Medioevo, di nuovo corti nel Rinascimento, qualche secolo dopo nuovamente lunghi, poi ancora corti, in un ciclo ripetitivo che continua sino ai giorni nostri.

Adesso pare che sarà così anche per i calzoni dei signori uomini: l'ultima moda sono i meggings”, da men (uomini) e leggings, cioè calzamaglie pesanti.
Quasi identiche a quelle indossate nel XIV secolo.

Chissà se gli attuali magrolini imiteranno i loro predecessori imbottendo le calzamaglie per fingersi muscolosi (e virili).

mercoledì 12 dicembre 2012

Il Papa e Twitter

È bastato che il leader della più diffusa religione monoteista si offrisse al giudizio altrui senza censura e senza filtri, per ricevere in cambio una processione sconfinata di critiche e battute irriverenti da far impallidire anche il più feroce avversario della Chiesa.
[...] l’approdo del Pontefice sulla rete non rappresenta soltano il più grande “sputtanamento” di una personalità da molti venerata come santa che forse poteva essere evitato, e non evidenzia solamente le difficoltà da parte delle gerachie vaticane di mettersi di sintonia con la contemporaneità di cui spesso si scambiano le insidie per le potenzialità e viceversa. Significa anche qualcos’altro.
Lo sbarco in pompa magna del successore della Cattedra di Pietro su twitter ha dato la stura in maniera indelebile ai sentimenti anticlericali ed anti chiesa cattolica di cui è pervasa la nostra società e di cui la Chiesa stessa forse non ha compreso ancora la profondita’ reale.
(Fonte: Agoravox)

Dissento sui sentimenti anticlericali e anti chiesa cattolica, il fatto è che tantissime persone non credono più alle panzane che 'sta gente continua a raccontare dal pulpito e non solo: i comportamenti sbagliati del Vaticano indignano.
Non mostrare nessun rispetto al capintesta è un buon sistema per farglielo sapere.



martedì 11 dicembre 2012

Pirlaggine

capo - il cliente Giggi ha mandato questo fax per chiedere dei prezzi, tolga l'intestazione e lo mandi a FornitoreHoTutto per sapere le quotazioni
guardo il fax: 11 pagine di una tabella excel scritta con font misura 8, praticamente illeggibile
io - già si fa fatica a capire cosa c'è scritto adesso, figurarsi se lo rimando via fax, non c'è modo di avere il file per e-mail?
capo - lei mandi il fax
mando il fax, dieci minuti dopo telefona FornitoreHoTutto per lamentarsi che non si legge un accidenti e io lo passo al capo; dopo un istante eccolo di ritorno
capo - dice FornitoreHoTutto che non riesce a leggerlo, cosa si può fare?
io - farsi mandare il file dal cliente Giggi, così poi, dopo le opportune modifiche, lo giriamo a FornitoreHoTutto
capo - a parte questo
io - niente
capo - come niente?! ci sarà pure una soluzione!
io - non c'è
capo - deve esserci!
io - allora, se vuole per forza sentirsi rispondere che c'è, io le posso anche farla contento e dirle che c'è, però poi, all'atto pratico, la realtà non cambia: quel fax rimandato via fax non si riuscirà a leggere
capo - eh, ma insomma!
io - se quel cretino del cliente Giggi avesse mandato il file invece del fax, non ci sarebbe nessun problema
capo - figuriamoci, adesso Giggi è un cretino!
io - sì, lo è, altrimenti avrebbe mandato il file per e-mail
capo - beh, deve trovare una soluzione!
io - la soluzione è una sola: farsi mandare dal cliente Giggi il file per e-mail
brontolando, il capo se ne va e cinque minuti dopo mi passa Giggi
io - pronto?
G. - salve, sono Giggi, avrei bisogno il suo indirizzo e-mail
io - buongiorno, subito: dalle8alle5@ditta.com
G. - sì, e poi?
io - e poi cosa?
G. - come faccio a mandarle il file?
nel quarto d'ora successivo spiego a Giggi, passo dopo passo, partendo da Start, cosa fare per inviarmi il maledetto file.

Questa è una delle tante dimostrazioni che più un cliente è pirla, più è il cocco del capo.

lunedì 10 dicembre 2012

Bell'esempio di cristiano!

Il sindaco di Casteldelci (RN), eletto con una lista di centro-destra, dopo la prima sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo sul crocifisso, aveva imposto una ordinanza che obbligava l’affissione dello stesso simbolo religioso non solo negli uffici pubblici e nelle scuole ma persino negli esercizi commerciali, pena una multa di 500 euro.
Adesso è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedopornografico.
E non ritiene necessario dimettersi all'istante e parla di qualche mese per chiarire la sua posizione.

Esistesse ancora la rubrica di “Cuore” “Vergogniamoci per loro”, che era "un servizio di pubblica utilità per chi non è in grado di vergognarsi da solo", questo signore tizio meriterebbe una menzione, anzi due.



Rieccolo

L'avevo detto, io.





giovedì 6 dicembre 2012

Una brutta storia

Negli anni dal '70 al '90 molti Italiani si sono ammalati di epatite C o AIDS a causa di trasfusioni con sangue infetto non controllato.
Nel 2007 oltre 100.000 di questi Italiani fecero un accordo con il governo Prodi: nessuna causa in cambio di un risarcimento. All'epoca il governo stanziò circa 180 milioni di euro all’anno, però mancava il decreto attuattivo per i rimborsi.
Decreto che nessun governo successivo ha emesso.
Ora l'amara sorpresa: Monti ha introdotto, con un decreto del 13 luglio, tali e tante restrizioni che, di fatto, solo circa 150 persone, o i loro eredi, avranno diritto al risarcimento.
Agli altri, due dita negli occhi.
(Fonte: Lettera 43)


mercoledì 5 dicembre 2012

(pussa) via telematica

Ieri è arrivato un fax da un Ente pubblico con su scritto: "A partire dal  01.01.2013, sarà operativa la versione 3 del sistema telematico PincoAbc,  strumento che permette ai fornitori di colloquiare con l'Ente."
Altre informazioni, a parte una dozzina di riferimenti normativi, non ce n'erano.
Breve ricerca su Google per capire che cacchio fritto fosse mai 'sto PincoAbc e la tremenda scoperta: trattasi di un accrocchio per ricevere/inviare qualunque documento dall/all'Ente; la ciliegina sulla torta è che poi l'Ente non accetterà/manderà più comunicazioni/documenti cartacei.
Diventa quindi obbligatorio iscriversi a PincoAbc.
Altra ricerca su Google per cercare il sito di PincoAbc, trovato alla pagina 3 dei risultati, perché il webmaster non ha usato i mega tag corretti per l'indicizzazione.
PincoAbc risulta avere un indirizzo https, cioè un collegamento sicuro (in teoria, almeno).
Non appena ci ho cliccato sopra, è comparso il Poliziotto di Palemoon e la seguente informazione:



Al che mi son chiesta chi fosse il geniale genio creatore di PincoAbc.
Di nuovo il fido Google mi ha risolto l'arcano: trattasi di un'azienda che sviluppa software, vende pc e stampanti e cartucce ink-jet, last but not least, I suppose, ripara monitor.
Bon, stante la modalità di gestione/implementazione di PincoAbc, possiamo rinviare l'iscrizione: il cartaceo resterà per almeno i prossimi cinque anni.
Mi chiedo quanto sia costato e quanto costerà PincoAbc.

martedì 4 dicembre 2012

Libro

Titolo: Abisso nero, di James M. Tabor.
Trama:
una misteriosa e incurabile infezione sta colpendo i soldati americani in Afghanistan. L'unico modo per scongiurare una devastante epidemia è raccogliere alcuni campioni di un batterio rarissimo e dalle straordinarie capacità curative. Ma, per farlo, è necessario scendere nelle profondità della Terra e inoltrarsi in un labirinto di tunnel sotterranei ancora inesplorati: il pericolo si può nascondere ovunque.

Romanzone americano di azione/avventura, compreso di storia d'amore perfettamente inutile, però assai gradevole da leggere.

Non solo,  la trama è costruita partendo da parecchie cose vere:
- Al culmine della guerra in Iraq, il numero di soldati feriti che avevano contratto infezioni da acinetobatterio fu così elevato che tra loro i medici iniziarono a chiamarlo «Iraqibacter». Le autorità militari dichiararono che il responsabile del contagio fosse l’ACE (batterio antibiotico multiresistente) originario del territorio iracheno. Ma questa notizia si rivelò falsa. In realtà, i soldati furono attaccati da un nuovo ceppo di ACE che circolava negli ospedali militari. Nessuno sa, o ammetterà mai di sapere, come ciò sia stato possibile.- I soldati usano regolarmente gli assorbenti interni come medicazione di emergenza per le ferite.
- Esistono batteri, che vivono in caverne, che sono dei killer per gli altri batteri.
- L'attrezzatura da geco, guanti e stivali che permettono di arrampicarsi sulle pareti senza nessun altro ausilio, è stata creata dalla DARPA, che l’ha denominata Z-Man Tools.

Download qui.

lunedì 3 dicembre 2012

Cochrane review

In alcuni Paesi, i controlli sanitari generali sono offerti come parte della normale prassi. I controlli sanitari generali hanno lo scopo di ridurre la mortalità e le malattie, permettendo la diagnosi precoce e il trattamento della malattia.
I ricercatori Cochrane, che hanno condotto una revisione sistematica sul tema (14 studi su 182.880 persone, divisi in due gruppi: un gruppo sottoposto a controlli sanitari generali e un gruppo no), non hanno trovato alcuna differenza tra il numero di decessi nei due gruppi a lungo termine, complessivamente o in particolare a causa di cancro o malattie cardiache.
Non solo: ci sono potenziali conseguenze negative, per esempio, la diagnosi e il trattamento di condizioni che non avrebbero potuto determinare i sintomi di malattia o una riduzione dell’aspettativa di vita.

Dopo la meta analisi sulla mammografia, credo che anche questa review della Cochrane farà molto discutere gli addetti ai lavori.

In Italia questo tipo di prevenzione non è attuata e, dopo le parole di nonno Mario, dubito assai che al SSN, cioè a carico (quasi in toto) dello Stato, mai verrà in mente di farla.
Discorso diverso se si va "in privato", uno i propri soldi li spende come gli aggrada.