Forse è giunto il momento di far capire persino a Monti (ma lo sa, lo sa...), alla Fornero coi suoi quattro stipendi fissi in una famiglia da tre persone, e a quel Marchionne che guadagna quanto tutte le maestranze di Termini Imerese (forse per questo ha chiuso quella fabbrica, per potersi pagare lo stipendio), che il problema dell'industria italiana in generale, e della Fiat in particolare, non è quel bastardo del Pautasso, 35 anni alla catena di montaggio, 1.500 euro al mese quando non è in cassa integrazione, che pretenderebbe addirittura di essere licenziato solo se c'è una buona ragione per farlo.
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Oggi il Pautasso ha scoperto - dalle parole della Fornero, non contraddette da Monti, che gli vogliono ridurre anche la coperta di Linus. Quella cassa integrazione con la quale si viveva - male - per due settimane al mese, la Fornero vuole tagliarla: meno soldi, per meno tempo. Persino il sindacalista giallo Bonanni oggi ha tentato di ruggire. Il Ruggito del Coniglio.
Oggi qualcuno ha spiegato al Pautasso che i guai della Fiat, dell'industria metalmeccanica, dell'universo mondo, sono tutti da attribuire ai suoi 1500 euro, ai 10 "reintegrati" all'anno, e a quella misera cassa integrazione che in gran parte si paga di tasca sua.
Ma oggi il Pautasso ha cominciato a dubitare. Perchè ha letto anche lui che in Germania, dove la difficoltà di licenziare è ben più alta che in Italia, e i salari sono il doppio, le cose in VW non vanno malissimo, se l'azienda ha deciso di regalare agli operai un bonus di 7.500 euro (per i pignoli: 14.522.000 lire, pari a 1.210.000 lire al mese). Pautasso si è stropicciato gli occhi, ha cambiato la pila alla calcolatrice, ha rifatto i conti, poi li ha rifatti anche a mano, e il risultato continuava ad essere, testardamente, di 1.210.000 lire al mese di regalo).
Il Pautasso sentiva, a pelle, che la VW fa macchine migliori delle nostre, più belle, e sapeva pure che sforna decine di modelli nuovi all'anno. Anche Marchionne, che guadagna quanto la linea due di Mirafiori, doveva invadere il mondo di modelli nuovi. Lo farà, ma per il momento siamo fermi al suo maglioncino, al restyling della Panda di Glisenti (che ora si chiama "Nuova Panda), e alla Punto (che ora si chiama "Grande Punto": insomma, un Punt e Mes). Dimenticavo: c'è anche la "Bravo".
Poi il Pautasso, da vero innamorato del suo mestiere, ha iniziato a cercare risposte nelle sue raccolte di "Quattroruote". Ed ha scoperto una cosa allucinante: che da due anni la Fiat aspetta i cinque nuovi modelli strombazzati dall'uomo col maglioncino, ma che siamo sempre fermi al flop della Nuova 500 negli USA, e in Italia siamo fermi alla Bravo, alla Grande Punto che non vuole nessuno, ed alla Nuova Panda che costa quattro soldi, e rende quattro soldi.
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Ma allora, è mai possibile che un paese anneghi, e un altro faccia scintille, perchè una VW costa 20.200 euro anzichè i 20.000 euro di un modello simil-equivalente italiano? No, una sciocchezza così non se la beve neanche il Pautasso, una vita in Fiat, una vita per la Fiat. No, la ragione dev'essere altrove. Dev'essere nella qualità del prodotto, nella ricerca, nell'innovazione continua, nella capacità commerciale di essere "where the market is". Noi ci arriviamo sempre tardi, male, e col prodotto sbagliato. Inoltre, con o senza maglioncino, abbiamo pensato che le macchine possano vendersi da sole. Senza rete commerciale, senza rete di assistenza.
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ormai siamo alla svolta, il Pautasso lo sente: entro 9 giorni la Fornero, Marchionne-col-maglioncino e la matriarca Marcegaglia si riuniranno, e decideranno che se riusciranno in un modo o nell'altro a portar via 300 euro al mese al Pautasso, la Fiat risorgerà a nuova vita, e l'anno prossimo, anzichè calare del 20%, scenderà solo del 15%.