Ieri sera mescolavo il cappuccino evitando lo sguardo carico di lacrime e rabbia di V., che cercava la mia comprensione, il mio sostegno e la mia solidarietà.
Le sue parole mi arrivavano intervallate dai singhiozzi:
- e quando la moglie l'ha mollato per un altro, lui ha mollato me, te pensa!, per una sciacquetta di venticinque anni, il porco!
Ripensavo a venti anni fa, quando V. mi raccontò per la prima volta del suo amante sposato.
Del fatto che erano dieci anni che lei era l'altra, che sperava lui si separasse, che si precipitava ogni volta che lui le faceva - letteralmente - un fischio, che litigavano sempre per le donne che gli correvano dietro e da cui lui si faceva volentieri prendere. E che era rimasta incinta e aveva dovuto abortire.
Ripensavo a quello che le avevo detto allora: hai buttato via dieci anni con questo tizio, ne vuoi buttare altri dieci?
E la reazione infastidita e seccata di V. alle mie parole, la sua brusca replica: tu non capisci, io non voglio lasciar perdere, ci ho investito troppo!
Non era, come pensavo io, una questione d’amore, era una questione di costi/ricavi.
- ma ti par possibile?! ha più di sessant'anni, quella potrebbe essere sua figlia, anzi sua nipote!
Ripensavo anche al fatto che V. non sa che lui ci ha provato anche con tutte le amiche, me compresa, non sa che a 10 km da qui c'è una ragazza di quindici anni, figlia di lui ma mai riconosciuta, non sa che lui si è messo fisicamente in ginocchio davanti alla moglie per supplicarla di non lasciarlo.
O forse lo sa benissimo e finge di non sapere.
L'unica cosa che avrei potuto dirle è "te l'avevo detto", solo che io odio quelli che lo dicono e quindi sono stata zitta, sperando che V. se ne andasse il più presto possibile.