mercoledì 7 gennaio 2015

Abrogare la riforma Fornero

Mercoledì 14 gennaio ore 9,30 la Corte Costituzionale dovrebbe riunirsi in Camera di Consiglio per decidere l’ammissibilità del referendum sotto il profilo della legittimità. Entro il 10 gennaio il governo e il comitato promotore possono presentare delle memorie sulla legittimità costituzionale in base all’articolo 33 della legge n.352 del 1970 e su questo punto, nella riunione del Consiglio dei Ministri n. 43 del 24/12/2014, è stato deciso di presentare le memorie anche su questo referendum abrogativo al vaglio della Corte Costituzionale.
Quale mai sarà il contenuto delle memorie che il governo presenterà? L’ipotesi più attendibile è quella che le “memorie” vengano centrate, in base all’art.75 della Costituzione, sulla non ammissibilità dei referendum per leggi tributarie e di bilancio.Se è vero come è vero che a rigor di logica per leggi tributarie e di bilancio si intendono quelle dello Stato il bilancio dell’Inps dovrebbe esserne escluso in quanto le pensioni sono pagate non dallo Stato ma con i contributi previdenziali versati dai lavoratori e dai datori di lavoro.

Per questo [...] proponiamo [...] di inviare entro il 10 gennaio una e-mail alla Corte Costituzionale, http://www.cortecostituzionale.it/scriviCorte.do, con questo semplice testo:
“Il/la sottoscritto/a ................….. chiede alla Corte Costituzionale, ai fini di una libera consultazione democratica, che venga espresso il parere di ammissibilità al quesito referendario: “Volete che sia abrogato: l’articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n.214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive?”

Scrivete alla Corte Costituzionale e fate girare l'info il più possibile, grazie.


9 commenti:

  1. Secondo te se li cagheranno di striscio i messaggi pervenuti lì? O di fronte a un attacco di mail-bombing preferiranno spegnere direttamente il server e presentare una bella pagina "Servizio non disponibile, attualmente in manutenzione"? In ogni caso, se mai dovessero dichiarare incostituzionale una norma o costituzionale un referendum, ci metterebbero troppi anni perché serva ancora a qualcosa.

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  2. Mandare una mail alla Corte Costituzionale è come urlare nelle orecchie a un sordo: sgolati finché vuoi, tanto il sordo non ti sentirà comunque.

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  3. Io sono pienamente d'accordo con la vignetta di Staino. Inutile fare mailbombing a gente che cestinerà tutto senza nemmeno leggerlo; finché gli italiani rimarranno un popolo di pecoroni non cambierà mai niente agli alti livelli.

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  4. Rendiamoci conto che TUTTE le leggi approvate da una ventina d'anni a questa parte sono incostituzionali. TUTTE. La corte stacippazionale quante ne ha abolite di queste boiate? Forse meno dell'un per cento, e il resto, be', continuiamo a subircelo. Quanto ai refeminchium, quanti sono stati rispettati in Italia? Ben pochi. I politicanti della domenica continuano sulla loro traiettoria senza deviazioni, fregandosene dei risultati dei refeminchium. Quindi, anche se bombiamo la casella della corte stacippazionale, non cambierà un bel tubo di niente, sia che ammettano il refeminchium, sia che lo respingano.

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  5. @Tutti meno Ruben: raga, ma che rassegnazione! o è pigrizia mentale? da far paura, giù a brontolare, a lamentarsi, a fare le vittime però azioni zero, anche se questa non costa niente.
    Diceva Gandhi: "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci" Aggiungo io: forse. Però almeno provarci, ecchecazzpita!
    @Ruben: grazie e altrettanto

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    1. (Parlo a nome mio, ma magari anche gli altri sono d'accordo)
      Il mailbombing non è nella maniera assoluta il sistema migliore per farsi ascoltare: come ha detto anche Grentz, al massimo si ottiene un "guasto" strategico del server. La pecorite della gente non si cura con un mailbombing, esattamente come non si cura invitando a cliccare "mi piace" su una paginetta di Facciadimerdabook o a firmare una petizione online su change.org: in tutti i casi è un sistema bimbominkiesco che non ottiene alcun risultato concreto. Bisogna fare informazione ad altri livelli per cominciare (cominciare, ribadisco) a curare la pecorite della gente; bisogna che qualche testata giornalistica - eh, sì, in Italia il web viene ancora poco considerato, nonostante le sparate di grillo il grullo e casadelpeggio - che rema controcorrente si ritagli un ampio spazio e conquisti enorme visibilità. Questa non è rassegnazione o pigrizia mentale: è solo un ribadire che via web non si ottiene niente, e bisogna ricorrere a mezzi di comunicazione più, ahem, "tradizionali".

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    2. L'intenzione non è quella di fare mailbombing (anche perché il 99% degli internauti manco sa cos'è), l'intenzione è di far presente a lor signori che il popolo bue tanto bue (forse) non lo è.
      Informazione di servizio, la chiamerei.
      E se i numeri ci sono, la cosa arriva all'orecchio dei mezzi di comunicazione "tradizionali" che, si spera, ne parlino.

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  6. C'è rassegnazione perchè purtroppo ormai l'unica alternativa che credo possa smuovere qualcosa è la lotta armata oppure venire invasi da qualcuno.

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