mercoledì 19 febbraio 2014

Download, ma anche no

Due film:

1) Philomena, ispirato alla storia vera di Philomena Lee che, adolescente, negli anni '50 ebbe un figlio illegittimo e per questo fu costretta ad entrare in convento, dove le suore la trattarono come una schiava e le vendettero il figlio.
Lei non dimenticò mai il suo "bambino" e, dopo 50 anni, ancora lo cerca.
Voto: 8½
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2) All is lost
Ho resistito 15 minuti poi non ce l'ho fatta più.
Ora, passi che uno di quasi 80 anni (cioè Robert Redford) vada in giro per il mondo in barca a vela in solitaria, passi che un container, vagante là in mezzo al mar, lo tamponi e gli faccia un buco nello scafo, in vetroresina, di quasi 1 metro x 1 metro, ma che il tizio riesca a chiuderlo  usando pezzi di legno, strisce di tessuto plastificato e spennellate di non si sa cosa, no, mi rifiuto di accettarlo.
Voto: 2--
Download qui.

5 commenti:

  1. Secondo me il difetto del film di Redford è che descrive l'agonia di un uomo, quindi non è una storia allegra. L'unica cosa positiva è che essendo Redford incartapecorito e avendo uno stile di recitazione basato sulla sua presenza piuttosto che sulle smorfie alla Deniro o alla Willis, almeno agonizza senza dire una parola.

    La riparazione della barca è possibilissima, posto che si riesca a tenerla fuori dall'acqua. Si usano fogli di fibra di vetro e il "non si sa cosa" è una resina sintetica che si da sulla fibra di vetro e poi asciugando si irrigidisce. Il procedimento è concettualmente analogo alla cartapesta, solo che in quel caso ottieni un oggetto fatto di carta e colla vinilica, che meccanicamente è meno resistente. Nota che tutti gli oggetti in fibra di vetro fatti in maniera artigianale sono fatti esattamente nello stesso modo. Ovviamente più fogli metti, più resina spennelli e più l'oggetto diventa spesso.
    Vedi esempio qui:
    Riparazione Carene Moto - Vetroresina

    E' chiaro che l'idea di riparare la barca ha senso se la falla non è troppo grande o in un punto molto sollecitato meccanicamente.

    Casomai l'anomalia degli eventi è che l'incidente distrugge istantaneamente tutti i dispositivi radio del protagonista, pur lasciando la barca a galla, cosa che al giorno d'oggi è abbastanza improbabile, dato che ce ne sono alcuni d'emergenza che sono contenuti in contenitori sigillati.

    Comunque una situazione analoga è capitata ad Ambrogio Fogar e Mauro Mancini nel 1978 i quali riuscirono a sopravvivere sulla zattera gonfiabile 74 giorni con un kg di zucchero e un pezzo di pancetta, prima di essere avvistati da un mercantile greco. Mancini morirà di malattia due giorni dopo il salvataggio.

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  2. Il primo film mi ricorda un format TV mi pare su Cielo di gente che cerca genitori o figli o ex di cui hanno perso le tracce... Il secondo, solo in base a quanto hai raccontato, non potrei mai guardarlo: odio le storie assurde che pretendono di risultare credibili.

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  3. @Lorenzo: hanno inquadrato la scena dove lui verifica il danno e fa "dondolare" un pezzetto di chiglia rotto, spessore oltre 2 cm, dopodiché prende una striscia simil garza, spessore 1 mm scarso, e ce la incolla sopra; il tutto con le onde che vanno su e giù!, non è verosimile, dài
    @Giulio: le odio anch'io

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  4. L'ho visto il film. Non è inverosimile. Non hai idea di cosa facessero i navigatori dei tempi antichi per rattoppare le navi con poco o niente. Ovviamente qui parliamo di un film, quindi è tutto inverosimile se spacchi l'atomo. A partire dal fatto che ci sono pochi vecchi ancora piacenti come Redford e ancora meno piacenti come Redford su una barca in mezzo al mare. Cosi come è inverosimile che nei film nessuno faccia mai la cacca. Fin dai tempi di Omero bisogna sospendere il giudizio e accettare i postulati dell'universo narrativo in cui si colloca la storia, altrimenti niente ha senso.

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  5. Non ho visto i due film, so che chi è andato a vedere Philomena ne è uscito soddisfatto

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