martedì 26 aprile 2011

Nuvole elettroniche? No, grazie

Mr. Google (aka Eric Schmidt) dice che il nostro futuro sarà "cloud computing" e ci renderà felici.
A lui e al suo portafoglio, forse.
Io invece sono sicura che sarò più felice evitando come la peste 'sto "cloud computing".
Perché a me non piace dipendere dagli altri. Figurarsi affidare le mie cose a ignoti terzi (probabilmente pure pagandoli), ché di questo si tratta: depositare a casa di un perfetto sconosciuto quel che mi serve, archivi compresi, foss'anche il giochino della Peppa tencia e i punteggi delle partite che ho perso.
Perché, oltre al fatto che per accedervi devo avere per forza una connessione alla Rete, non potrò mai avere la certezza che nessuno vada a sbirciare nei cacchi miei.
Che è poi il motivo per cui ho smesso da anni di usare G-mail e mi sono ben guardata dallo scaricare Chrome.
Google già sa un sacco di cose su tutti con le ricerche che facciamo, ga cala po quela che mi metto un cartello sulla testa con su scritto nome cognome e codice fiscale.
Torta finita, le uniche nuvole che mi garbano sono quelle che stanno in cielo. Punto.

8 commenti:

  1. Non piace neanche a me l'idea di google, trovo assurdo che per usare il computer debba per forza essere collegato!

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  2. no grazie davvero! Ci manca anche questo

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  3. oddio, mi hai appena aperto gli occhi, sono anni che mi chiedo perchè google ci dia tutta sta roba gratuita compresi i documenti condivisi e l'agenda on line. merda.

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  4. Ciao Dalle 8 alle 5 e buona giornata! Decisamente d'accordo con te... anche se, ora, le uniche nuvole che sopportiamo sono belle cariche di pioggia! Questo sistema di "conservare" nostre informazioni in uno spazio non controllato direttamente da noi, che non sappiamo dove sta è che è il "virtuale" per eccellenza, mi fa preoccupare e non poco, proprio per i motivi che tu indichi. Infatti, il succo del discorso è proprio quello: siamo sicuri al 100% che i nostri "dati" non li vede nessun altro? Io, dico di no. Quegli spazi a nostra disposizione, sono gestiti da qualcuno e, come ogni qualcuno, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio! Quindi, per quanto è possibile, fuori i nostri "segreti" dalla rete!

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  5. 'sta cosa del cloud computing non è che sia poi freschissima.
    É da un po' che ora Microsoft, ora qualche mumbojumbo se ne esce con questa bellissima idea che te devi avere solo una tastiera ed uno schermo e che il tuo computer è da qualche parte dall'altra parte del cavetto, o dell'antennina.

    Che, voglio dire, ma che due maroni anche portarsi dietro il proprio harddisk, no, se puoi lasciarlo in affidamento a qualcuno, no?

    A forza di insistere, finisce che la gente smetterà di chiedere "Si, Ok, e se il collegamento non funziona?"

    Io sto riportando tutti i miei dati su pergamena, nel caso...

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  6. Poiché non ho ancora affrontato la differenza fra essere "un po' spiato" e "essere spiato" uso chrome e anche gmail (quasi mai/l).
    Quando mi verranno a prendere sarà, in ogni caso, troppo tardi.
    La settimana scorsa cercai B&B a Sarzana.
    Su hotmail (la mia vera posta) il giorno dopo, nel banner della pubblicità avevo tutti i b&b della lunigiana :)
    Tantociao

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  7. @Ruben: io trovo assurdo anche non sapere a chi/cosa
    @Ernest: appunto
    @Polly: a pensar male si fa peccato, ma spesso s'indovina
    @Carlo: fuori dalla Rete anche solo se ci piace la cocacola o la pepsi
    @Locomotiva: no, su pergamena no, arrotolata occupa un sacco di spazio
    @Paolo (Enzo): loro dicono, per tranquillizzare la gente, che la pubblicità mirata è fatta automaticamente, da dei computer; a me la cosa preoccupa ancor di più che se la facesse un umano perché al computer non scappa niente

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  8. piattaforma blogger bloccata per una trentina di ore.
    dati persi, commenti spariti.

    tutta roba di proprietà del tizio che voleva farci mettere lì i nostri dati.

    bel colpo di marketing, sciur Google.

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