lunedì 15 luglio 2013

Povero miliardario!

Dagospia riprende un articolo di vice.com, titolato "Abbiamo davvero bisogno di un altro miliardario scalzo?" su Bergoglio:
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il Vaticano sa bene che quando le quote di mercato diminuiscono (vedi il comparto Sud America dove i biscotti Teologia della Liberazione rubano clienti ai Biscotti Sacra Romana Chiesa) e hai difficoltà a reperire nuovo personale (pare infatti che "Prendi i voti, non scoperai mai più" non funzioni granché come slogan), non puoi fare affidamento solo sulla propensione dell'essere umano alla schiavitù mentale e devi venire incontro al mercato, ripensare la comunicazione, dare al popolo i simboli che il popolo vuole.
In due parole il brand Chiesa Cattolica, impossibilitato dalla situazione geopolitica a riportare in voga la santa inquisizione per costringere gli stronzi ad amarlo, si è trovato suo malgrado nella scomoda posizione di doversi fare boccalone-friendly. [..] Da qui la decisione di prepensionare Ratzinger, un Papa empatico come Charles Manson, e sostituirlo con Bergoglio, l'uomo del popolo, perché in Argentina era solito spostarsi in metropolitana, che come tutti sanno è una solida motivazione per diventare l'infallibile emissario di Cristo sul pianeta terra.

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Come ogni leader che vuole caratterizzarsi come sovrumano Bergoglio la notte non dorme, ma al contrario di altri leader passati figli delle narrazioni di abbondanza non fa i festini. In omaggio all'austerity "lava i suoi pochi vestiti."
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Sin dal suo insediamento Bergoglio non ha fatto altro che segnare gol a porta vuota di fronte alla fame di pauperismo dell'opinione pubblica.
È difficilissimo trovare report esaustivi sul patrimonio mondiale del Vaticano
[(*)], ma i media sono inondati di articoli sulle dimostrazioni di povertà di Bergoglio. Fiumi di caratteri sono stati spesi sui giornali per lodare la sobrietà del nuovo Papa, informandoci dei suoi spostamenti in autobus con gli altri prelati, raggiungendo apici di orgasmo giornalistico come questo:
È fantastico sapere che il proprietario del 20 percento del patrimonio immobiliare italiano prende il caffè alla macchinetta, questo mi fa sentire più garantito e speranzoso mentre verso l'affitto alle suore carmelitane scalze della povertà appestata di Santa Maria della miseria gioiosa.

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Pochi giorni fa il Vaticano è finito nelle aperture dei giornali di tutto il mondo per l'ennesimo scandalo dello Ior. Questa volta si tratta delle vicende di monsignor Scarano (detto Mr 500 per il suo amore per le banconote viola), accusato assieme a un broker ed ex agente dei servizi italiani di aver portato in Italia con un aereo 20 milioni di euro dalla Svizzera.
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Poco dopo, con straordinario tempismo, il Papa si ricorda del dramma degli immigrati e dice che gli piacerebbe fare un giretto a Lampedusa e lanciare una corona in acqua. Purtroppo non può fare di più. Vorrebbe proprio, ma non ha i mezzi.
Tutti i media italiani si eccitano e prenotano per i loro giornalisti voli per l'isola siciliana. Bergoglio ovviamente vorrebbe andare con un volo di linea, ma subito gli fanno sapere che non si può fare e deve usare per forza uno dei Falcon dello stato italiano. Quando si dice la sfiga.

Il Papa ha fatto la messa e la sua celebrazione, poi ha scorrazzato per l'isola a bordo di una vecchia Fiat campagnola. A un certo punto, durante la mattinata, come in un libro di Benni è spuntato in favore di telecamera un barcone con sopra 160 immigrati.

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Ognuno di noi ha almeno un amico che va in solluchero di fronte alle dimostrazioni di povertà di Bergoglio. In genere è lo stesso che riteneva Monti "un tecnico sobrio", Berlusconi un "bravo imprenditore" e D'alema "un abile statista".
"Non ho seguito molto ma mi sembra simpatico," è il genere di commento che fa pensare a un futuro in cui le grandi aziende se fossero furbe potrebbero sostituire i leader politici con dei gattini tenerosi. Probabilmente ci stanno già pensando. Sarebbe la soluzione ideale perché i gatti sono già scalzi e non sopportano gli aspirapolvere, quindi difficilmente viaggerebbero in mezzi impopolari come gli elicotteri o gli hovercraft.

Al di là dei siparietti pubblicitari in stile Lampedusa, l'unico metro sensato per giudicare l'operato del Ceo della multinazionale la cui prima commodity è la Promessa di Salvezza Ultraterrena è osservare come si muoverà rispetto allo Ior, il cuore finanziario del suo business.

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Al di là dei facili entusiasmi di cui parlavo in apertura l'opzione più realistica è che si tratti più di uno spoil system che di una rivoluzione. La Chiesa è un potere mondiale e come tale non non può permettersi di rinunciare al suo cuore finanziario; al tempo stesso è un'istituzione che esiste da due millenni e se sei sopravvissuto tutto questo tempo significa che un paio di cosette le hai imparate.
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In questo senso la chiesa di Bergoglio è una Chiesa pienamente contemporanea, che durante l'era del dominio delle multinazionali e del libero mercato ha appreso in pieno l'importanza della comunicazione declinandola su messaggi di grande efficacia, riattualizzando così pienamente la lezione di Wojtyla.
[..]
Quello che sta accadendo quindi è un cambio all'interno delle stanze vaticane che punti a un riassetto di potere in grado di rendere la Chiesa più efficiente e potente di prima. Se così non fosse e Bergoglio fosse arrivato fino lì per un bug del sistema ci sarà sempre una tazza di tè corretto ad aspettarlo, questo perché finché esisterà l'uomo esisterà la paura della morte, un business troppo grosso perché qualcuno non provi a usarla per dirvi cosa dovete fare della vostra vita.

(*) Imu, la legge è inutile. Dalla Chiesa arriveranno solo gli spiccioli.
La scadenza per la prima rata è vicina, ma mancano controlli e moduli. E nessuno vuole disturbare i vescovi. E così il gettito non arriverà nemmeno ai 100 milioni
ipotizzati dalla commissione del Tesoro (anche se l’associazione di ricerca Ares stimò in oltre 2 miliardi il gettito potenziale per le sole proprietà della Chiesa).


2 commenti:

  1. Si, ma a zappare ci manderei coloro che li foraggiano con l'8 per mille.

    Calando gli introiti, sarebbero costretti a scegliere, o zappare o morire di fame, tra noi, preferirei la seconda soluzione.

    Come sono buona questa sera, putroppo ho ascoltato alfano dare la sua versione nella storia Kazzaka, ha sparato una cazzata dietro l'altra e il mio umore ne ha risentito.

    Buon lavoro Dalle ;-))

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    1. Con il meccanismo attuale di riparto, molti nemmeno sanno di dargli l'8x1000;
      su Alfano e la storia kazzaka mi auto-censuro

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