Il caso, su cui la Corte di Cassazione si è così pronunciata, riguardava una donna sposata che aveva intrattenuto una relazione virtuale su internet per due anni. Il marito chiedeva l'addebito della separazione, ma i Giudici lo hanno negato sostenendo che la notevole distanza dei luoghi di residenza dei due amanti virtuali e, ancor più, la mancanza di coinvolgimento fisico della moglie escludevano che la relazione avesse causato il venir meno della c.d. affectio coniugalis e, quindi, la rottura del matrimonio.
Mah, anni fa era ammesso il delitto d'onore, adesso il cornuto virtuale.
Da un estremo all'altro.
Questi tempi moderni.... :)
RispondiEliminaE' ovvio: è solo un cornuto "virtuale". Non mi stupirei, però, se questo marito cornuto e doppiamente mazziato andasse ad hackerare il PC dell'amante "virtuale" e lo corcasse di malware.
RispondiEliminache poi è anche meno faticoso, nessun spostamento, ogni volta cambi nome e foto. Tradimento 2.0
RispondiEliminaAl passo con i tempi ;-))
RispondiEliminaMi sono fatta una risata da manuale, poi dicono che ci sono i tribunali intasati.
Buona giornata Dalle
Tina
@Pyperita: eh, sì, non ci son più le corna di una volta ;-)
RispondiElimina@Zompax: per farlo necessitano competenze non alla portata di tutti
@Ernest: ottimo per i pigri :-)
@Tina: beh, il povero marito aveva buoni motivi per arrivare sino in Cassazione