giovedì 12 settembre 2013

Libro

Già nella prefazione di "Chi ha cucinato l’Ultima Cena?" di Rosalind Miles, si capisce l'aria che tira. L'autrice racconta che l’immagine con cui è stata tramandata la figura di Florence Nightingale, la «signora con la lampada», sarebbe un falso storico.
Perché in Crimea, dove l’energica inglese curava i feriti in guerra, era nota piuttosto con l’appellativo di «signora con il martello».
La trasformazione è dovuta a un cronista del Times, che riteneva la denominazione troppo volgare per i suoi lettori.
«Signora con il martello» Florence era diventata il giorno in cui, martello in mano, aveva forzato la porta di un deposito che un ufficiale si ostinava a tenere chiuso. Nel deposito erano custoditi i materiali medici che le servivano per curare i malati. L’immagine della devota infermiera, che si aggira di notte vegliando sui poveri infermi, le è stata cucita addosso con finalità edificanti. Ma è una forzatura storica, oltre che un melenso ghirigoro maschilista: modellava bene l’immagine che si aveva della donna, in particolare della donna che si occupava dei malati.


Nel libro, la storia di come per 25.000 anni, in tutto il mondo, l'unico dio riconosciuto era femmina: La Dea, colei la quale dava la vita e pertanto, di riflesso, tutte le donne erano sacre e divine.
Durò sino a quando gli uomini si resero conto che i bambini nascevano grazie al loro pene.
Dopodiché si inventarono un loro dio, maschio, e si "presero il potere", quello che per millenni era stato delle donne.
E da lì, l'autrice racconta di cosa è accaduto alle donne nei secoli successivi, sino (quasi) ai giorni nostri.

Scritto molto bene, ironico, garbato, riccco di curiosità e notizie sorprendenti.

2 commenti:

  1. ..."Durò sino a quando gli uomini si resero conto che i bambini nascevano grazie al loro pene."... e poi cominciarono e proseguirono a massacrarci ulteriormente gli zebedei ed altro dandoci la colpa se il sesso del nascituro non era di loro gradimento.

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    1. Eh, sì.
      Questo è un libro davvero interessante, non solo per i fatti che racconta ma soprattutto perché, almeno a me, ha mostrato le cose da un punto di vista insolito, che mi è servito per rendermi conto di quanto non avevo mai notato o pensato.

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